E’ l’8 dicembre del 1980 quando 4 colpi di pistola sparati da uno squilibrato uccidono John Lennon: un’icona del mondo della musica. Sono le 22.50 è ora di tornare a casa dopo una giornata intera trascorsa negli studi di registrazione. Con John c’è Yoko Ono. Insieme attraversano il viale che costeggia il Dakota Building, il famoso palazzo davanti a Central Park in corrispondenza della 72esima strada dove Lennon vive da tempo. John è stanco vuole tornare a casa senza fermarsi in uno dei suoi ristoranti preferiti. Da una strada adiacente spunta Mark Chapman, ha venticinque anni, è disoccupato e squilibrato. Chapman si avvicina a John e a Yoko. Lo aveva già fatto nel pomeriggio chiedendo a Lennon di autografare una copia di “Double Fantasy”, l’album uscito da poche settimane. Chapman seguiva da tempo Lennon, spesso importunandolo. Anche quella sera accade la stessa cosa: “Ehi, signor Lennon sta per entrare nella storia”, grida Chapman prima di sparare 4 colpi. John cade a terra e di li a poco viene soccorso da una pattuglia della polizia. Lennon perde conoscenza durante il trasporto in ospedale al Roosevelt Hospital dove muore alle 23.07. Sarà cremato al Ferncliff Cementery di Hartsdale di New York e le ceneri saranno conservate da Yoko Ono. Due giorni prima di essere ucciso John Lennon aveva detto che a New York si sentiva al sicuro e che nella Grande Mela non aveva paura di nulla. Tragica ironia di un’icona indimenticabile della musica.

MAURO CEDRONE