E’ l’evento clou del calendario sportivo italiano del 2023. Ma a Roma praticamente
nessuno se n’è accorto…Ci riferiamo alla Ryder Cup golfistica che però ora gode di
una grande cassa di risonanza mediatica solo in virtù dei capitali investiti (pagine
pubblicitarie, sponsor, annunci roboanti). Ben diversa eco se Roma avesse accettato
di concorrere per l’organizzazione dell’Olimpiade 2024. Ma il paragone è
improbabile: una gara di gol contro la rassegna polisportiva per eccellenza. Bisogna
accontentarsi! Intanto,per precipua iniziativa del dinamicissimo dirigente Montali,
filtrano notizie che dovrebbero essere appassionanti ma non lo sono. A 16 mesi di
distanza si annuncia il vice capitano della squadra europea. Non a caso viene scelto
un italiano come Dodo Molinari. Ma a 16 mesi dall’evento la notizia non desta alcun
brivido né tanto meno commozione. Bisogna però battere la grancassa e martellare
l’opinione pubblica, finendo però col creare l’effetto boomerang: l’assoluto
disinteresse sulla materia. Forse, al contrario, persino una larvata disapprovazione
per il carattere elitario della proposta, per l’ampio utilizzo di fondi pubblici con il
conclamato scopo di muovere l’economia, di portare benefici indotti al sistema
Paese, vantaggi peraltro tutti da valutare in prospettiva e a bilancio. La
manifestazione si basa sul confronto tra Europa e America. E qui i termini della sfida
sono molto labili con l’ingrediente di squadra che prende il sopravvento su quello
individuale. Come si può immaginare anche la componente ambientale del tifo è
elemento ondivago. Un appassionato dovrebbe tifare per quest’Europa golfistica
che è un’assoluta astrazione, forgiata esclusivamente a misura di Ryder Cup.
Nonostante tutti gli sforzi di pubblicizzazione in materia la filosofia della sfida è di
stampo anglosassone. Roma subirà l’evento più che viverlo con passione. Intanto
fioccano pagine sui quotidiani sportivi: pubblicità redazionale mascherata secondo
le tecniche oscure del giornalismo odierno.
DANIELE POTO
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