Il cerchio si stringe: Wimbledon attende con trepidazioni le semifinali maschili più anziane nella sua storia, 134 anni in quattro, con in lizza i soliti tre nonché le prime tre teste di serie (Djokovic 32 anni, Nadal 33, Federer 37),  e l’outsider di turno, lo scorbutico spagnolo Bautista Agut, 31 anni, alla sua prima semifinale sull’erba londinese. Ed è da quest’ultimo che partiamo perché se è vero che Djokovic, essendo numero 1 del mondo e Roland Garros a parte, è l’uomo da battere ovunque, è altresì vero che Bautista lo ha già battuto tre volte in carriera (e non è da tutti nel circuito) e che le ultime due sfide sono andate proprio allo spagnolo (quest’anno sul cemento all’aperto di Doha e Miami). Segno che il gioco dell’iberico, incalzante e pressante, quando supportato da una buona condizione fisica, benché poco fantasioso (ma questo è un problema generale) dia effettivamente fastidio anche al numero 1 del mondo. Intendiamoci, sull’erba di Wimbledon, anche in virtù delle quattro vittorie e una finale raggiunta (peraltro è defending champion), il campione serbo resta favorito, ad ogni modo potrebbe esserci più battaglia del solito; peraltro i due contendenti sono accomunati dal fatto che entrambi, in cinque partite, hanno perso solo un set (Djokovic al terzo turno contro il polacco Hurkacz, Bautista nei quarti contro l’argentino Pella), addirittura Bautista solo una volta è arrivato al tie-break (vincendolo) contro il russo Khachanov al terzo turno. E poi…quello che tutti attendevano, ovvero Nadal contro Federer, o Federer contro Nadal, è uguale. E’ la rivincita della semifinale dell’ultimo Roland Garros, è la sfida numero 40 tra i due colossi del tennis mondiale, con il mancino spagnolo avanti 24-15 nel computo totale. Sull’erba di Wimbledon i due si sono affrontati solo e sempre in finale tre volte, col bilancio di 2-1 in favore di Federer (finale 2006 e 2007 Federer, finale 2008 Nadal), quindi si rincontrano 11 anni dopo. Da una parte la ferocia e la forza atletica dei bei tempi di Nadal, dall’altra l’eleganza e la maestria di Federer, che ripaga sempre tempo e denaro per entrare nel sacro tempio londinese. I bookmakers danno favorito lo spagnolo, più che altro per una questione di età e di sua miglior tenuta fisica, ma a Wimbledon Federer vanta otto vittorie e tre finali con il raggiungimento delle 100 partite vinte e, tutto sommato, il suo cammino sinora non è stato assai faticoso, avendo perso solo due set in cinque partite (al primo turno contro il sudafricano Harris e ai quarti contro Nishikori, entrambi primi set). Nadal ha destato però più impressione, se non altro per la freschezza atletica del momento, e una volta superato lo scoglio Kyrgios al secondo turno (dove ha perso un set e ne ha vinti due al tie-break), è andato liscio come l’olio sino ad impattare il campione svizzero. Nadal a Londra vanta due vittorie e tre finali, l’ultima delle quali nel 2011. Vedremo cosa accadrà. Di certo, 14 degli ultimi 16  Wimbledon sono stati vinti dai Favolosi tre (l’eccezione è Murray, due volte); non si scappa da loro. Bautista permettendo.
Andrea Curti