ROMA- “Riprendiamo la corsa” aveva detto Inzaghi alla vigilia del match dell’Olimpico e la Lazio ha eseguito alla lettera le indicazioni del tecnico che viene subito accontentato dai suoi ragazzi con un eclatante 5 a 1. Un risultato così esagerato farebbe pensare ad una partita facile facile ed invece la Lazio ha anche sofferto per l’infortunio di Immobile (distrazione muscolare) dopo pochi minuti e per alcuni svarioni difensivi. La Lazio è una schiacciasassi, un caterpillar che macina gioco e metri soprattutto da centrocampo in su. Quando innesca il turbo Milinkovic (doppietta) non c’è avversario che tenga, il resto lo fa la classe di Luis Alberto, un tiro “brasiliano” del brasiliano Bastos ed una perla del funambolo portoghese Nani. Tutto semplice? niente affatto. La Lazio nella prima parte del secondo tempo commette delle topiche difensive da mani nei capelli. Bastos dalla sua parte soffre spesso l’avversario andando più volte in confusione così come Wallace che in alcune occasioni sbaglia gli appoggi al compagno più vicino mettendo in condizione l’avversario di rubare pallone e puntare verso Strakosha. Insomma è una Lazio con le marce alte quando attacca ma concede soprattutto al Chievo, rinomata bestia nera dei biancocelesti, il fianco, anzi i fianchi nei suoi esterni bassi. L’opaca prestazione di Bastos (non basta il gol a dare un’ampia sufficienza al giocatore) e di Wallace  fanno presagire cambi in difesa già dalla prossima gara di recupero con l’Udinese. Non sono esclusi riposi prolungati per i due giocatori che dovrebbero far spazio al nuovo acquisto Caceres sulla fascia destra ed al rientro di Radu a sinistra dopo la squalifica. I cambi succitati potrebbero così indicare la formazione ideale già dalla prossima gara contro i friulani bianconeri. Sarebbe uno straordinario banco di prova per la Lazio contro una squadra decisamente più quadrata e più forte dopo la cura dell’ex biancoceleste Massimo Oddo, e poi c’è da mantenere la posizione di prestigio in testa alla classifica nel lotto di squadre che puntano all’ingresso in Champions League.

MAURO CEDRONE