Ora e sempre campagna elettorale

Il Paese è fermo per un enorme mercato a cielo aperto. E sembra un mercato agro-alimentare, fatto di promesse ai fini della campagna elettorale. Per un’ultima promessa in più, per un disperato voto da strappare ai sostenitori di un altro partito o a quelli del più grande rassemblement oggi esistente, quello degli astensionisti. Dunque pensioni per tutti a mille euro al mese, revisione della Legge Fornero, cancellazione dell’abbonamento Rai, così faticosamente rateizzato e inserito a suo tempo nella bolletta elettrica, azzeramento delle tasse universitarie. E chi più ne ha prometta. Naturalmente nessuna di queste opzioni sarà condotto a termine per l’obsolescenza dei conti dello Stato con un debito pubblico innalzatosi a 2.289 miliardi. La tattica di tutti i partiti è: “Promettete, promettete, tanto qualcosa resterà nell’immaginario pubblico”. E’ la rappresentazione di una politica tutt’altro che solidale, finalizzata alla soddisfazione di interessi particolari e/o corporativi, che mira alla pancia dell’elettorato e non ad altri organi. Inseriamo un piccolo granello di dubbio in queste promesse apparentemente granitiche come certezze. C’è da fidarsi di politici che nell’ultima legislatura hanno cambiato per 546 partito con delle giravolte sorprendenti, da destra a sinistra e viceversa. Possiamo credere alle loro “sliding doors”?

DANIELE POTO