Le varianti individuate finora sono quattro e spaventano per la loro contagiosità. Il
governo sta apportando le ultime modifiche al nuovo Dpcm che entrerà in vigore il
prossimo 6 marzo

Il Coronavirus continua a tormentare il nostro Paese. Nonostante la campagna vaccinale
stia procedendo, se pur più lentamente rispetto agli altri Stati, le varianti iniziano a
preoccupare seriamente. I ceppi fino ad ora individuati sono quattro: inglese, brasiliano,
sudafricano e scozzese. Al momento in Italia la variante più diffusa è quella inglese che
rispetto alla forma “classica” del virus, è molto più contagiosa.
Il Ministero della Salute e l’Istituto Nazionale di Sanità chiedono ai cittadini di osservare
tutte le regole sanitarie in vigore affinché gli sforzi fatti finora non risultino inutili. In una
nota l’ISS scrive: “Alla luce dell'aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore
trasmissibilità sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio
nazionale”.
Negli ultimi giorni la curva dei contagi è tornata a risalire e questo non è certo un buon
segno. Ieri venerdì 26 febbraio il numero dei nuovi casi ammontava a 20.499.
Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute dice che “molti nuovi
focolai sono dovuti alle nuove varianti che infettano di più i bambini rispetto agli adulti”.
È proprio per questo che si sta prendendo in considerazione la chiusura delle scuole che
in alcune regioni è una decisione già assodata. Campania, Marche e Molise sono solo tre
delle regioni che da lunedì 1 marzo 2021 non riapriranno le scuole. In altri territori invece,
come ad esempio la Lombardia, gli istituti scolastici rimarranno chiusi solo in alcuni
comuni.
Altra novità di marzo sarà poi il nuovo Dpcm che entrerà in vigore sabato 6 marzo 2021 e
si prorogherà fino a martedì 6 aprile 2021. Gli italiani quindi dovranno trascorrere una
Pasqua tranquilla come quella dello scorso anno. Non ci si potrà spostare tra regioni e i
bar e i ristoranti continueranno a rimanere chiusi la sera, sarà inoltre necessario osservare
il coprifuoco delle 22.00. Resta valida l’ipotesi di suddividere in fasce l’Italia (con una
maggiore flessibilità) e di rendere “rosse” solo le Province con il rischio più alto.

SARA ORLANDINI