Nazionali azzurre che convincono

 

Quanto sta succedendo nell’incipiente estate del calcio ci convince che l’Italia del calcio s’è desta e sta neutralizzando l’effetto delusione per la non ancora metabolizzata esclusione della nazionale corazzata (quella maggiore maschile) dai mondiali, secondo evento dell’agonismo planetario dopo l’Olimpiade. Ben vivo l’entusiasmante debutto dell’Under 21 nel campionato continentale giocabile in casa contro l’avversaria tradizionale, la Spagna. Infittita di talenti che potrebbero tranquillamente evoluire chez mancini come Chiesa, Zaniolo, Kean, Pellegrini, la giovane Italia è una boccata di ossigeno rivolto al futuro. In ballo c’è anche la non trascurabile partecipazione all’Olimpiade di Tokyo, evento appetito dal Coni in una disciplina di maggiore audience dell’intero programma.  E sotto questa piramide ci sono Under che funzionano altrettanto bene. L’esperienza dei più giovani impegnati nel mondiale con Nicolato (al di là del quarto posto finale, deciso poi da un consulto Var contro la squadra che ha poi vinto il titolo) è stata oltremodo positiva. Bel gioco oltre ai risultati in un contesto d’eccellenza. Che dire poi della nazionale femminile che sta scalando rete dopo rete le vette della popolarità. Da Rai Sport a Rai due, fino al prossimo impegno contro il Brasile addirittura fruibile su Rai uno. Chi si sarebbe atteso l’exploit contro l’Australia, sesta forza del ranking mondiale il tonitruante successo contro la Giamaica, un perentorio 5-0? Considerando i lunghi anni di assenza dal mondiale bisogna frenare sulle aspettative perché squadre come Germania, Stati Uniti e Francia sembrano fuori portata. Ma intanto il ghiaccio è stato rotto e l’effetto domino sui progressi (e le conquiste sindacali) del movimento decisamente acclarato. Rimane da dire della nazionale di Mancini, imbattuta nel girone di qualificazione agli europei. Un collettivo che sta riconquistando prestigio. Mancini da coach mostra quel feeling con la maglia azzurra che non ha mai coltivato da calciatore. In questo senso una piacevole scoperta per un tecnico che improvvisamente ha il problema dell’abbondanza, soprattutto in attacco mentre in difesa non mancano le alternative all’inevitabile futuro decadimento delle prestazioni di Bonucci e Chiellini vicini alla pensione già conquistata da Barzagli.

 

DANIELE POTO