Saranno Giochi “puliti” dal doping?

ROMA-Il miracolo delle Coree unite è certo la prima notizia che scaturisce in avvio di Giochi Olimpici. Lo sport riunisce dove la politica non riesce? La solidarietà tra le Coree con il varo (molto parziale di una squadra mista) è l’inaspettata risposta della diplomazia dei Giochi rispetto alle risse geopolitiche alimentate da Trump con il fondamentale contributo del tiranno che in quel paese risiede al nord. Il membro italiano del CIO Mario Pescante si è affrettato a rispolverare il suo vecchio pallino di attribuire all’organismo di cui fa parte (ancora per poco, ha praticamente raggiunto i limiti di età) il Nobel della Pace. Ci andremo piano perché prima andremo a constatare che razza di svolgimento avranno questi strani e improbabili Giochi e poi perché l’attribuzione di questo riconoscimento porta male visto che ne è ancora contestata l’assegnazione a Obama vista la posizione centrale ancora mantenuta dagli Stati Uniti nei conflitti globalizzati di mezzo mondo. L’Italia è al quinto posto generale nel medagliere polisportivo misto (Giochi Estivi /Giochi Invernali) ed è molto vicina a insidiare il quarto posto della Francia. Però nel ranking per nazioni stilato da Sport illustrated per questo evento coreano figura solo al 12esimo posto anche se la rivista non è mai tenera verso i nostri favoriti. Il pronostico è scivoloso nello sci vista la discontinuità della Goggia che una volta vince e due cade. E così Kostner, Pellegrino e Fontana vengono quotati su un gradino basso del podio visto l’andamento di stagione. Ci affideremo ancora una volta a uomini e donne con le stellette che hanno fruttato quattro quinti dei podi conquistati dall’Italia negli ultimi venti anni di Giochi Olimpici. Una rappresentanza civile vera e propria non c’è e ancora più cospicuamente negli sport invernali che richiedono impianti e equipaggiamenti costosamente all’altezza. Forza o limite? A seconda dei punti di vista l’uno e l’altro. Certo è che il vero sport di Stato è quello italiano. Sarà anche un’Olimpiade con la Russia eternamente in bilico, sospinta fuori dal CIO  e riammessa dalla TAS. La soluzione compromissoria finale non accontenta nessuno ed è un vulnus profondo della storia olimpica. Ridicolo che sia dovuti ridurre all’ultimo momento per definire una partecipazione di così grande importanza. Si può scrivere che dopo questo assurdo tira e molla la storia olimpica non sarà più la stessa. E se sarà un’Olimpiade pulita lo constateremo a distanza di anni. Inoltre vedremo con curiosità se gli italiani televisivamente riscopriranno il curling di cui si sono dimenticati per quattro lunghi anni.

DANIELE POTO