Si è appena mandato in archivio il più entusiasmante mondiale di Moto G.P. del
terzo millennio che la concorrenzialità per il circuito 2024 si è già improvvisamente
riaccesa senza che ci sia stato il tempo neanche per voltare pagina. Lo sconquasso è
dovuto all’arruolamento in Ducati, sia pure in un team privato, dell’irrequieto
Marquez che viene a turbare gli equilibri di quello che è già stato definitivamente
uno stucchevole campionato monomarca per merito e colpa della Ducati. La casa
italiana non sembra preoccuparsi troppo di accumulare tanti galli nel proprio
pollaio. Marquez, uno, che dopo il terribile incidente in cui è incappato, ha
impiegato molto più tempo del previsto per tornare il campione che era, certo non
rientra nella scuderia nostrana per fare tappezzeria ma per tornare ad abbonarsi a
un mondiale vincente dopo che Mir, Quartararo e lo stesso Bagnaia hanno
interrotto la sua seria vincente. Non è un mistero che per entrare nella storia del
motociclismo ed essere all’altezza di Valentino Rossi, la cui ultima conquista risale al
2009, occorra un clamoroso finale di carriera. E Marquez si è attrezzato per questo
con un grande rischio. Lasciando i giapponesi per approdare in Italia in odore di
indipendenza dalla scuderia ufficiale. Ma il sospetto di una slealtà di partenza,
rispetto agli interessi della casa, è quasi una certezza consta dando gli scontri
rusticani di cui è stato protagonista negli ultimi Gran Premi, effervescente quello con
Bezzecchi. Dato che di nemico in casa c’è anche il tellurico Martin. oltre al redivivo
Bastianini. si può immaginare quanto sarà difficile per Bagnaia nel 2024 pervenire al
tris. Ne guadagnerà lo spettacolo ma gli scontri e le cadute aumenteranno in un
percorso a ostacoli in cui si spera che un minimo di far play venga salvaguardato.
Fossimo nei panni di chi organizza l’evento daremo una registrata e ci faremo una
domanda sulla validità della gara sprint che, come prologo, alla gara maggiore,
aumenta stress e rischio di incidenti. Non bisogna dimenticarsi che alla fine oltre al
risultato conta l’incolumità dei piloti.
DANIELE POTO