di MAURO CEDRONE
BLUES BOY KING. B. B. King, pseudonimo di Riley B. King (Itta Bena, 16 settembre 1925 – Las Vegas, 14 maggio 2015), è stato un chitarrista e cantante statunitense. Con una lunghissima carriera, è stato uno dei più importanti esponenti del blues della seconda parte del XX secolo e del XXI. Con la sua “Lucille”, una chitarra Gibson ES-335 custom, è diventato un’icona stessa del genere musicale già a partire dagli anni cinquanta. Ha vinto 14 volte il Grammy. Nella rivista Rolling Stone è posto come sesto miglior chitarrista di tutti i tempi, insieme ad Hendrix, Duan Allman, Clapton, Robert Johnson, Chuck Berry, Steve Ray Vaughan, Ry Cooder, Jimmy Page e Keith Richards. Prima di diventare il re della chitarra, King per pochi spiccioli ha dovuto piegare la schiena per ore ed ore a raccogliere il cotone. Blues Boy veniva pagato, come mezzadro, 35 centesimi di dollaro per ogni 45 chili di cotone raccolto. Vita grama e vessazioni quotidiane. King poteva diventare un buon pugile con uno zio come Sonny Liston oppure un chitarrista blues come il cugino Bukka White. Scelse la seconda strada, quella della musica, la sua musica, il suo blues. Straordinario bluesman, King è stato bravissimo a gestire la sua immagine nel corso degli anni, cantando e suonando molti brani non suoi, ma era molto bravo a richiamare l’attenzione del pubblico coinvolgendolo nelle sue lunghe porformances (richiamava gli applausi mettendo una mano sull’orecchio come a dire: fatemi sentire bene gli applausi e la gente si scatenava), insomma era perfetto nel “maneggiare” il blues secondo i gusti dei neri e dei bianchi.
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