La guerra in Ucraina entra nelle case degli italiani soprattutto attraverso la mitica
maratona Mentana su La7. Vissuta emotivamente perché qui ci sono immagini,
testimoni e maggiore comprensione di quello che sta avvenendo oltre che
trepidazione per la ricaduta economica sul nostro Paese. Ma il nostro atteggiamento
è eurocentrico. Se il Papa parla di uno stato di belligeranza continuo ha i suoi motivi.
Che qui esplicitiamo. Il portale “Guerre nel mondo” ha in effetti certificato che ai
giorni nostri sono incorso ben 869 conflitti nazionali e internazionali. Eventi che non
conosciamo o su cui esercitiamo scarsa conoscenza e controllo e che riguardano 70
nazioni. Se citiamo Yemen, Nigeria e Mozambico ci rendiamo conto di essere
completamente estranei alle dinamiche delle guerre interne ed esterne che si
combattono in quei Paesi. Non è un caso che la scienza empirica della geopolitica
abbia ampliato i propri confini negli ultimi anni. Con la rivista Limes, con il magistero
di Lucio Caracciolo, con la supervisione di generali in pensione, di esperti di strategie
e non ultime dello storico Barbero, grande esperto di posizionamenti e di battaglie.
Mediaticamente questi specialisti hanno preso gradatamente il posto dei virologi
anche se la pandemia ha rialzato la testa e certo non lascia tranquilli per il futuro.
Tra i nuovi personaggi il dinamico Fabbri, praticamente un ospite fisso in video. Ma
chi rischia di più sono i free lance, i blogger che si tuffano nelle vicende belliche per
fare da testimoni. Pagando un tributo di vite importanti, come dimostrano le recenti
dolorose perdite. I quotidiani nazionali investono sempre di meno sugli inviati e
dunque queste coraggiose presenze supplenti accendono dei fari sulla dura realtà di
un conflitto che non ha l’aria di incappare in una trattativa veramente convincente
per il possibile “cessate il fuoco”. Il mondo globale affronta conflitti permanenti. E il
nucleare sullo sfondo allude a una possibile terza guerra mondiale.

Daniele Poto