Uno considerato il predestinato per eccellenza, l’altro il gran lavoratore dal servizio potente (già a 190 km/h). L’identikit della nouvelle vague del tennis italiano riguarda il tosco-ligure Lorenzo Musetti (nato a Carrara bazzicante a La Spezia) e il laziale (romano di nascita  ma vive a Latina) Giulio Zeppieri, amici da tempo, giocano il doppio assieme, spesso dividono la stessa stanza al centro federale di Tirrenia; i due ragazzi ora si ritrovano l’un contro l’altro armati a Melbourne, nella semifinale degli Australian Open juniores, questo significa che dopo gli ultimi US Open, l’Italia avrà un altro finalista (il secondo consecutivo, sempre Musetti) al torneo juniores di uno Slam (l’ultimo azzurro juniores a vincere uno Slam è stato il mancino marchigiano Quinzi, ora numero 154 del mondo, Wimbledon 2013). “In allenamentovince sempre lui“, dice il mancino Zeppieri, “ma in partita è diverso. Spero di fare bella figura“. Ribatte il toscano dal delizioso rovescio a duna mano:“Saremo rivali in campo, ma fuori resta la grande amicizia tra noi.Giulio è solido, completo e serve molto bene. Lui è mancino e questo vuol dire che sa aprirsi l’angolo sul mio rovescio. Ci conosciamo alla perfezione perché ci alleniamo spesso insieme, entrambi sappiamo alla perfezione i rispettivi difetti. Probabilmente domani vincerà chi entrerà meglio in campo”.Sarà un match vero insomma, non un semplice derby azzurro, anzi azzurrino visto la tenera età dei due; Lorenzo ne farà 17 il prossimo 3 marzo, Giulio ne ha fatti 17 lo scorso 7 dicembre  (sono tra i più piccoli nel tabellone under 18). Ma ricordiamoci sempre che il passo dagli juniores ai professionisti è un salto che non tutti riescono a gestire nel migliore dei modi.

Andrea Curti