Registriamo subito la cancellazione, dall’edizione numero 90 degli Internazionali d’Italia, del forte russo Medvedev, 24 anni e 5 del mondo, ancora in corsa agli US Open di New York. Destino vuole che in tempo di quasi Seconda Guerra Fredda, al posto del sovietico subentri uno yankee, Sam Querrey, e che un italiano, il piemontese Sonego, accedi direttamente al main draw. Mancherà anche Federer, che vedremo in campo ad inizio 2021 (forse) ma mancherà, anzi ci mancherà soprattutto il pubblico romano, da quello più educato damerino e benpensante a quello lanciatore di rosette in campo, più spartano, più verace, da quello tifoso (per i tennisti italiani) che trasforma il vecchio centralino sotto i pini in una bolgia a quello di stampo inglese, che applaude al bel colpo dell’avversario, così come recita il manuale del Lawn Tennis di anglosassone memoria. Senza scendere in polemiche (giusto o sbagliato non avere pubblico sugli spalti?), si giocherà comunque, con mega copertura televisiva, anche in chiaro grazie a Supertennis. Domani dunque subito in campo con le qualificazioni, un torneo nel torneo di ottimo livello, come testimonia che a comandare l’entry list nel maschile è l’ambiguo americano Sandgren. Interessanti i match anche in prospettiva: ad esempio, se Seppi e Cecchinato dovessero superare il loro primo turno (rispettivamente contro l’americano Khlan e il bielorusso Gerosimov) darebbero vita ad un bel derby azzurro, doppio calcolando che entrambi hanno Sartori come coach, sono amici e si allenano spesso insieme. In gara nelle quali anche i giovani Musetti, Zeppieri, Moroni, Gigante, Darderi e Forti, poi Gaio (che ha battuto Simon in Francia) e il veterano Lorenzi. Insomma l’assortimento è vario, anche in campo femminile, dove sono pronte a dar battaglia sei azzurre. Esame di giapponese per la Trevisan e la speranza Delai, opposte alla Doi e alla Hibino, numero 81 e 78 della WTA, ostacolo ungherese (la Babos) per la Monticone e spagnolo (la Bolsona) per la Pieri. Si rivede la 33enne Errani, finalista al Foro Italico nel 2014 quando un maledetto infortunio non la fece lottare come sapeva contro Serenona Williams. Ora la romagnola è 151 e se la vedrà con la rumena Begu, numero 73, con cui però ha tre precedenti vittoriosi su tre. Infine la Di Giuseppe, n.193, è stata sorteggiata al primo turno contro la tedesca Friedsam, n.109 WTA e 14esma testa di serie, mai affrontata in carriera. Insomma, a veder la classifica, nessuna è favorita ma il fascino del Foro fa miracoli. Anche nel silenzio del Parco.

Andrea Curti