Prima le perplessità poi, le smentite. Con una lettera di 20 pagine, i medici sportivi di17 club di Serie A su 20, escluse Juventus, Lazio e Genoa – hanno esposto dubbi e chiesto chiarimenti alla Commissione tecnico-scientifica della Figc in merito al protocollo inviato al Governo per la ripresa delle attività.  I quesiti posti dai medici di Atalanta, Bologna, Cagliari, Brescia, Fiorentina, Inter, Lecce, Milan, Napoli, Parma, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spal, Torino, Udinese e Verona riguardano questioni pratiche, organizzative e logistiche: difficoltà nel rispettare il distanziamento sociale, nella sanificazione dei locali del ritiro e nella reperibilità dei tamponiPoi le grosse perplessità riguardano eventuali casi di positività di un giocatore durante gli allenamenti e i risvolti legali: su chi ricadrebbe la responsabilità? Il Milan, ad esempio, si interroga sulle conseguenze del ritiro chiuso, la Roma si domanda come verrà gestita la positività di un giocatore alla vigilia di una partita. Tante domande che aspettano risposte.

Ma la risposta è arrivata a stretto giro, attraverso un comunicato da parte degli stessi medici che allontano dubbi. Tutti pronti a finire il campionato. “Nei giorni scorsi i responsabili sanitari dei club di Serie A hanno ricevuto il protocollo organizzativo e di screening proposto dalla Commissione medico scientifica della Figc. I medici, con spirito propositivo, hanno elaborato e proposto delle osservazioni al fine di coniugare sicurezza ed applicabilità, inviandole all’attenzione della Commissione e della Lega Calcio Serie A attraverso l’allora coordinatore dott.Tavana”. Con una dichiarazione all’ANSA i 20 responsabili medici di Serie A puntualizzano la loro posizione, con le osservazioni inviate il 19 aprile, dunque prima dell’incontro delle componenti della federcalcio con il ministro Spadafora, alla commissione tecnico-scientifica sull’emergenza coronavirus della Figc. “I medici ci tengono ora a chiarire – conclude la nota – che tali documenti sono finalizzati esclusivamente alla tutela della salute dei tesserati e sperano che vengano unicamente utilizzati a tale scopo”. “In sostanza – spiega uno dei medici dei club di Serie A – nessuno di noi è contrario a finire il campionato, non c’è alcuna preclusione, anzi. Siamo tutti perché il torneo venga concluso. Il problema è quando, perché va fatto in sicurezza. Noi siamo convinti che questa sicurezza si possa ragionevolmente raggiungere, e la questione decisiva dunque è la variabile tempo”.

FONTE FOOTBALLPRESS.IT