ROMA – In archivio per gli indici d’ascolto “i giorni della merla” ovvero le ore più fredde dell’anno. Ti attendi che la gente ristagni in casa, probabilmente a guardare la televisione. Invece no. Indici d’ascolto bassi, disaffezione. In particolare due flop ci fanno capire quanto sta avvenendo. Il programma collage su Beppe Grillo è costato solo 40.000 euro (in gran parte per il compenso al comico genovese) ma pur collocato in prima serata su Rai ha avuto un modestissimo share di 3,43 ovvero un telespettatore su trenta l’ha seguito. In effetti la proposta non era troppo invitante. Grillo non è più il capo politico del Movimento 5 Stelle e la sua comicità risulta datata. Spezzoni di 40 anni fa mostrano come la satira sia cambiata anche se gli obiettivi politici di Grillo erano ben individuati. Un po’ più mordaci i brani ripresi dai suoi spettacoli ma la data era quella del 2001, dunque molto lontana nel tempo. Per un metro di paragone un Fiorello attuale sembra più giovane, svelto ed apprezzabile nei temi. Ma persino un Battista con la sua satira local potrebbe avere ben più meritato successo. Accanto a Grillo flop di un altro mostro sacro ovvero Adriano Celentano, oggi più che ottantenne. Il “non mostrarsi” non sempre giova. Non si può costruire un programma su un personaggio caro agli italiani con un personaggio assente, se non visto per una breve comparsata. Manara ha offerto i disegni ma si è dissociato dall’animazione e il battere ripetutamente sul filone erotico con i frequenti amplessi dell’alias molleggiato (che ne penserà Claudia Mori?) non hanno giovato alla credibilità della proposta. Ma il programma di Grillo ci ha offerto anche un punto di riferimento d’ascolto. Una puntata di “Te la do io l’America” riscosse venti milioni di presenze. Come dire che un italiano su tre era incollato davanti al televisore a seguire le peripezie del nostro negli States. Momento di ascolti irripetibile. Oggi le proposte sono quantitativamente strabordanti ma qualitativamente scarse. In attesa forse del prossimo Montalbano, se basterà. Per il momento il top sono le suore televisive (una fiction modesta) che si issano regolarmente attorno ai sei milioni di contatti.

DANIELE POTO