di DANIELE POTO

 

Un episodio dimenticato dello sport. Due carriere in altalena e un ricordo bruciante. Oggi il più pagato e ammirato pugile del mondo è lo statunitense Wilder, 34 anni e cento chili di muscoli, un professionista imbattuto che domina i massimi, soprattutto dopo il brusco tracollo del pari peso Joshua, detronizzato a sorpresa da Ruiz in un match valido per il titolo e rispondente ad altra sigla. Wilder da dilettante però ha un doloroso precedente. Nell’Olimpiade del 2008 incappò in semifinale, in piena corsa per le medaglie, nel nostro Russo e finì nettamente battuto. Si può scrivere che quella è stata una sconfitta che ha aperto un ciclo d’imbattibilità che dura ormai da 11 anni.  Russo poi approdò alla medaglia d’argento (bissata poi nel 2012) mentre Wilder si dovette accontentare del terzo gradino del podio. Molta acqua è passata sotto i ponti, non solo nel pugilato. Wilder in undici anni ha acquisito sicurezza e controllo del match con una percentuale di incontri vinti per k.o. senza precedenti. Russo invece è rimasto a coltivare l’orticello dei dilettanti e coltiva il sogno (da alcuni giudicato temerario) della partecipazione alla quinta Olimpiade consecutiva, un primato mai toccato da nessun collega. Russo ha 36 anni ed è in evidente declino come mostrano le sue numerose sconfitte e la palese mancanza di energia negli ultimi match disputati. Ma è molto bravo in fase difensiva. Riesce a non far boxare i rivali. Esattamente questo avvenne a Pechino. Wilder lo cercò invano per tutto il match, esponendosi ai rari colpi di incontro dell’azzurro. Finì nettamente battuto Wilder con un punteggio che non ammetteva discussioni (6-1) ma da quell’episodio ha tratto forza e stimoli per il nuovo cammino tra i pro. Ora i due sono separati da venti chilogrammi di peso, da una carriera all’apogeo e una che al contrario volge mestamente al termine. Ma Russo può andare fiero di quell’exploit contro un pugile la cui unica macchia in carriera è il pareggio contro Fury in un match di rara spettacolarità in cui ha ribadito la propria formidabile potenza.