L’adattamento alla superficie è stata la chiave di volta del quarto di finale di San Pietroburgo tra l’azzurro Marco Cecchinato (3 del seeding e 22 del mondo) e lo scorbutico spagnolo Bautista Agut (5a testa di serie del torneo e 26 del mondo); il 7/6 6/3 con cui l’iberico ha portato a casa il match sancisce la sua attitudine al campo indoor russo, testimoniata dalla quarta semifinale raggiunta in carriera sempre a San Pietroburgo dal tennista spagnolo. Al contrario Cecchinato ha vinto un solo match in carriera sul veloce, quello di ieri, con un bilancio arci-negativo di 4 sconfitte al primo turno (5 se si conta Amburgo) contro 1 affermazione. E nonostante i numeri negativi, comunque il siciliano ha tenuto botta al quotato avversario perdendo il treno dei due set point in suo favore nella prima frazione di gioco; quei due punti hanno deciso il match. Nel primo (e unico sino ad allora) break point dell’incontro, sul 30-40, che poi coincideva col primo set point per Cecchinato, Bautista ha servito al corpo del palermitano non permettendogli di rispondere al meglio; nel secondo invece, al primo vantaggio, il Ceck poteva fare di più su quel diritto in rete, benchè il diritto dello spagnolo sia stato molto profondo, a ridosso della riga di fondo. Con un set in tasca di certo il match si sarebbe allungato ma le congetture sono fuori luogo. Resta l’amarezza per una semifinale importante sfuggita non di molto.
Andrea Curti
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