Si può vincere anche perdendo (sul campo). E’ quello che è successo agli ultimi due azzurri rimasti in gara nei quarti di finale del Roland Garros. Le dichiarazioni di “Bimbo” Sinner vanno al di là dei suoi 19 anni, vanno oltre e derivano senz’altro dalla sua cultura di provenienza, una terra quella altoatesina che fa della concretezza senza fronzoli il suo modus vivendi. A fine match, e nonostante i complimenti della vecchia volpe Nadal, il ragazzino ha voluto precisare che “ok, è bello sentirselo dire, ma alla fine devi dimostrare tutto. Non ho vinto niente fino ad ora. Si, le finali della NextGen sono un torneo ma alla fine non ho vinto niente. Devo restare a testa bassa e cercare di migliorare, provare a giocare dopo ore e ore di lavoro in campo. Ho un grande team dietro di me. Vedremo tra 12 mesi dove sarò“. Si dà appuntamento tra un anno il giovane Sinner, allievo di quel Riccardo Piatti bravo a costruire giocatori dal nulla (vedi Caratti e Furlan), e lo fa con molta umiltà, quella del campione fuori dal campo. Intanto si potrà godere una classifica che lo vedrà intorno alla 45ma piazza mondiale e alla sua età in Italia è già tanto. Gongola anche Capitan Barazzutti, baluardo federale della nostra Coppa Davis: “Siamo fortunati in questo momento in Italia perché abbiamo tanti giocatori giovani bravi: oltre a Sinner, ci sono Berrettini che è il numero 8 del mondo, Sonego, Musetti, e altri meno giovani ma comunque molto forti come Travaglia e Cecchinato. Il futuro è roseo“. Chissà se è un lapsus freudiano la dimenticanza di Fognini, suo assistito alle prese a 33 anni con un faticoso ritorno alle gare dopo la doppia operazione alle caviglie. Fognini gioca meglio in Nazionale che nei tornei, chissà se tornerà ai suoi livelli. Intanto il Roland Garros, oltre a Sinner, ci ha ridato una ragazza, Martina Trevisan, che per varie vicissitudini era un po’ sparita dai radar. Invece la 26enne fiorentina, compresi i match di qualificazione, ha vinto sette partite di fila (mai successo nella sua carriera!) prima di arenarsi contro la 19enne polacca Swiatek. La Trevisan ha semplicemente finito le pile sul 3-1 nel primo set in suo favore, accusando stanchezza e poca dimestichezza (ora) a certi livelli. Averla ritrovata è comunque un gran successo, un valore aggiunto e una mamma dal cielo in questo preciso momento per il tennis femminile italiano che, con la Giorgi limitata nel suo gioco, la Paolini discontinua e la Cocciaretto ancora immatura, sconta un ricambio generazionale lento e faticoso. La Capitana Garbin potrà ora avvalersi anche dello scanzonato modo di stare in campo della tennista toscana, col sorriso sulle labbra più che da fredda professionista, imprevedibile nelle traiettorie mancine, le stesse che la lanceranno da lunedì nelle prime 100 giocatrici del mondo, un best-ranking meritato.

Andrea Curti