Da Di Francesco a Ranieri, passando per Fonseca e, infine, Mourinho. La Roma ha cambiato ossature e modo di giocare, una la certezza: Bryan Cristante. Il 4 di San Vito al Tagliamento, non esattamente a due passi dalla Capitale, si è sin da subito legato in maniera indissolubile alla piazza giallorossa. Solo un anno è bastato per ricevere l’investitura di Daniele De Rossi: “Ne vorrei cento di Cristante”.
Arrivato a Roma forte dell’esperienza bergamasca da trequartista, viene subito retrocesso a centrocampista, dalle luci dell’attacco di Gasperini al lavoro oscuro nello scacchiere giallorosso che faticava a decollare. All’occorrenza anche difensore con Fonseca, il ’95 è sempre riuscito a mettere il vestito giusto.
Pochi sono in grado, come lui, di intercettare le linee di passaggio avversarie. “Sporcatore di palloni”. In un gioco sempre più indirizzato verso tele infinite di passaggio, Cristante si è ritagliato un posto da antagonista perfetto. Non rapidissimo ma statuario e furbo, è perfetto per il centrocampo di Mourinho.
Mister portoghese che, forte dell’arrivo di un regista vero come Paredes, sembra voler far tornare a splendere il centrocampista della nazionale azzurro ed i primi frutti si stanno vedendo. Le 2 reti in 8 presenze sono un bottino di rilievo per una squadra che fatica a segnare. Ma, d’altronde, che si sia notato sempre o meno, Cristante alla Roma, le castagne dal fuoco le ha sempre tolte.

Andrea Subrizi