L’Italia s’è desta: il XV del neo tecnico argentino Quesada prende il prestigioso scalpo della Scozia, e lo fa con la stessa grinta, lo stesso ardore, la stessa “fame” con cui i Sioux difendevano la loro terra dai federali invasori, attendendoli nel guado dell’Olimpico (più di 70 mila spettatori, da far invidia al calcio) per poi ripartire al contrattacco, con intelligenza, gamba e qualità di gioco. Un’Italia così bella raramente ci era capitato di vedere; sempre in partita per tutti gli 80 minuti, sempre vigile, sempre fisica. la scelta giusta al momento giusto, massima attenzione nei particolari di gioco. E’ sembrata l’Italia una squadra da top 5 (è decima) anche perché di fronte a sé aveva una formazione, quella scozzese, che alla vigilia partiva con i favori del pronostico, puntando alla vittoria finale del Torneo. Invece i britannici hanno addirittura dovuto subire la rimonta degli azzurri. Già, a dire il vero, la prima frazione chiusa 16-22 per la Scozia era stata ingenerosa con l’Italia, che era partita forte col calcio dentro i pali del mediano Garbisi (che ha rivissuto per qualche istante l’incubo di Lione quando l’ovale era scivolato a sei secondi dalla scadenza del tempo) prima di essere frenata dalle discutibili decisioni arbitrali dell’australiano Gardner che concedeva una meta dubbia, la prima di Fagerzon, viziata da un out laterale scozzese, e regalava un vantaggio insperato agli ospiti, che avevano proseguito giocando a testa bassa mentre l’ala azzurra Ioane con un intercetto stava volando indisturbato in meta. Così l’Italia, da un sorpasso nel punteggio, si è vista recapitare un calcio contro che di fatto ha ristabilito le distanze nonostante il sostanziale equilibrio in campo e la splendida meta azzurra di Brex su calcetto illuminante del mediano di mischia Page-Relo (quest’ultimo firmatario di un incredibile piazzato da quasi metà campo). Alla ripresa dei giochi, l’arbitro Gardner finalmente fischiava anche a favore degli azzurri, annullando per blocco irregolare una meta scozzese che forse avrebbe tagliato le gambe agli azzurri. Così la rimonta azzurra si è potuta concretizzare lentamente ma in maniera sostanziale. L’esordiente ala Lynagh, servito da un altro calcetto smarcante questa volta di Garbisi, schiacciava l’ovale per il 21-22 momentaneo (sempre Garbisi non trasformava centrando il palo alla sua sinistra!). Ma il sorpasso era nell’aria, gli scozzesi parevano sulle gambe mentre gli azzurri difendevano, “mordevano”, “azzannavano” in difesa per ripartire con folate offensive alla mano di ampio respiro. In una di queste veloci attacchi veniva la terza meta azzurra col subentrato Varney che sgusciava tra gli omoni nemici eludendo i placcaggi avversari per i cinque punti del sorpasso, più i due dal piede del solito Garbisi che trasformava. Ancora un colpo di coda degli azzurri ad 8 minuti dal termine portava sempre Garbisi a calciare con successo dalla piazzola. Era il break definitivo, Italia a +9, e a poco conta la meta degli ospiti a due lunghissimi minuti dalla fine (in cui la Scozia ha tentato di sfondare la linea Maginot dell’Italia – si contano 24 fasi difensive!). La Scozia resta così la vittima storica dell’Italia: vittoria all’esordio nel Sei Nazioni nel 2000 al Flaminio, ultimo successo in casa 11 anni fa sempre all’Olimpico (2012) e ultima vittoria azzurra in trasferta ad Edimburgo nel 2015. Il successo meritato del XV di Quesaga proietta l’Italia a 7 punti nella classifica del torneo con prospettive di risalita nel ranking e di giocarsi una fetta importante di credibilità internazionale in Galles la settimana prossima. Chiude coach Quesada: “Il match contro i gallese può darci risposte importanti sulla continuità di rendimento della squadra- Stasera si festeggia però è sempre quello che si fa domani a determinare la consistenza di una squadra, non il passato da celebrare, e il nostro domani ora è la strada verso Cardiff“. I dragoni sono avvertiti.
Andrea Curti