Ad esser buoni, il XV azzurro targato Franco Smith (all’esordio sulla panchina dell’Italia) è durato diciassette minuti, quando cioè i gallesi hanno firmato la prima delle cinque mete complessive. Fino ad allora i ragazzi italiani hanno combattuto in difesa e superato la metà campo un paio di volte con giocate anche spavalde. Poi però il buio più totale. Con il Galles che ha fatto ciò che voleva, ossia ha comandato il gioco, accelerando non appena ne aveva la possibilità. D’altronde la differenza sulla carta si è ripetuta in campo: Galles reduce dal Grande Slam 2019 e Italia con 22 sconfitte consecutive sul groppone. Che sono diventate 23, dopo il 42-0 schiacciante e implacabile dei britannici. La domanda è lecita: l’Italia del rugby può veramente stare a certi livelli? Anzi, non sarebbe meglio affrontare una sorta di spareggio per approdare al Sei Nazioni, contro squadre più abbordabili? Forse ne varrebbe anche per il morale della truppa azzurra.
Andrea Curti
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