Vince l’Atalanta con un gol di Zapata in apertura di gara e poi più nulla. Lazio insufficiente, lontana anni luce da quella squadra brillante e pericolosa dello scorso anno e di due mese fa. E’ da più di un mese infatti che la squadra di Inzaghi arranca, delude e lascia punti per strada. La Lazio degli ultimi tempi infatti perde e pareggia proponendo un gioco francamente inguardabile che non porta punti in classifica. Una classifica che preoccupa se ancora c’è la voglia di andare in Champions. I punti così come le occasioni perse finora hanno inchiodano al quinto posto la Lazio a 25 lunghezze con il Milan avanti di un punto e con una partita da giocare ancora ma con il pericolo incombente che arriva da dietro e cioè dalla stessa Atalanta, dalla Roma e dal Sassuolo che di punti ne hanno 24. La preoccupazione ed anche tanta rabbia nasce nello stadio bergamasco soprattutto dalla mancanza di volontà di recuperare un gol che gli atalantini hanno costruito con Zapata al primo minuto del primo tempo, cioè 60 secondi dal fischio d’inizio dell’arbitro Orzato. Dunque alla fine non son bastati più di novanta minuti con recupero annesso per ribaltare un risultato ora pesante  come un macigno. A Bergamo, semmai ce ne fosse ancora bisogno di capire quali siano quest’anno i seri problemi della lazio, si è toccato il fondo dal punto di vista del gioco e dei risultati. Anche stavolta si è palesato l’handicap della fascia destra biancoceleste. Wallace e Marusic continuano a non essere all’altezza di una squadra che vuole e dovrebbe andare in Champions. Zapata poi è stato un vero incubo per l’intera retroguardia biancoceleste facendo letteralmente impazzire proprio Wallace spesso in balia anche di Gossens. Già dal pronti via la Lazio appare inerme davanti ad un’avversario più veloce e pericoloso nelle incursioni offensive. I neroazzurri sembrano  sistemati benissimo in campo forse perchè la Lazio è ancora con la testa negli spogliatoi. La difesa biancoceleste preoccupa, il centrocampo non fa filtro e manca di possesso palla, in attacco poi le occasioni non si contano perchè non c’è la possibilità di crearne. Un tiro d’Immobile deviato da Berisha in angolo, tra l’altro senza particolari paure, è l’unica annotazione biancoceleste. Dall’altra parte invece è sempre Zapata a creare problemi li dietro. La fascia sinistra nerazzurra e’ terreno di conquista sistematica, perchè Wallace e Marusic non reggono l’urto dell’onnipresente Zapata coadiuvato da Gossens. Quella striscia di campo oramai è il tallone d’Achille della Lazio che tenta più volte di spostare l’azione sull’altro fronte dove è più facile trovare spazio. Al 36esimo da un cross di Parolo nasce un colpo di testa sporadico di  Immobile che supera la traversa avversaria. Sul fronte opposto il solito spartito diretto da Zapata autentica spina nel fianco biancoceleste. Al 41esimo si materializza un cross di Lulic per la testa di Milinkovic ma è bravo Berisha a mettere in angolo. In chiusura di primo tempo ci prova anche Correa, con un cross a mettere in difficoltà la retroguardia bergamasca pronta però a controllare il pallone. Il secondo tempo non è altro che la fotocopia della prima parte di gara con Zapata autentico incubo di Acerbi e compagni di reparto. La Lazio tenta d’impostare le azioni giocando di rimessa e di contropiede costruendo così un paio di soluzioni prima con Milinkovic e poi con Immobile. Inzaghi in gran ritardo inizia a fare i cambi, richiamando Badelj e Marusic ed inserendo Lukaku e Luis Alberto. Di li a poco c’è anche la sostituzione di Wallace con Caicedo. Inzaghi cambia modulo ristrutturando la Lazio con un 4-3-1-2. Ora è proprio la Lazio a fare gioco e l’Atalanta a difendersi pronta però a struffare il contriopiede. Il nuovo modulo in realtà non fa cambiare il corso della partita prima dell’episodio clou della serata. Il gol di Acerbi infatti arriva proprio allo scadere ma purtroppo per il giocatore, per il tecnico e per tutti i tifosi rimasti a  Roma (la trasferta era vietata) c’era un fuorigioco proprio del centrale biancoceleste evidenziato dal Var. Così la gioia del pareggio si strozza in gola e fa precipitare la Lazio in una crisi che conta nelle ultime 7 partite 4 pareggi e tre sconfitte, 4 punti nelle ultime 5 partite di campionato, praticamente un bilancio da bassifondi della classifica. L’ennesimo nulla di fatto apre dunque in casa Lazio una serie d’interrogativi che andranno risolti al più presto, primo tra tutti quello relativo all’organico da migliorare sensibilmente in sede di mercato e poi rivedere l’atteggiamento tattico, perchè il 3-5-2  evidentemente non porta più frutti copiosi come un tempo. E non si pensi ancora una volta che un’eventuale ritiro possa risolvere i problemi oramai esistenti da tempo. Insomma il 4° posto si allontana, sarebbe il caso di correre ai ripari il prima possibile.

MAURO CEDRONE