Partita dai due volti ma il volto del primo tempo è stato veramente brutto che più brutto non si può. Meglio il secondo, decisamente molto meglio della prima frazione di gioco, ma pareggiare con l’ultima in classifica abbassa decisamente le valutazioni del match dei biancocelesti. Del resto i gol (24° Pellissier – 65° Immobile), uno per tempo, sono il segno indelebile di una partita divisa a metà che lascia interdetti i tifosi partiti da Roma e tutti gli altri davanti al televisore. I primi 15 minuti sono stati una collezione di errori soprattutto sui passaggi lunghi e corti di molti giocatori biancocelesti, uno su tutti Lulic abbonato allo sbaglio continuo. I problemi evidenziati nei primi 45 minuti sono legati ad alcune marcature da cardiopalmo come ad esempio quella relativa a Wallace sull’attempato 39enne  Pellissier. Il 3 – 5 – 2 della Lazio appare immediatamente un’atteggiamento tattico problematico perchè li dietro Wallace, Radu e in qualche occasione anche Acerbi sbandano e fanno acqua da più parti soprattutto quando Birsa innesca il tarantolato Pellissier. Ed è proprio da una giocata del duo clivense che nasce il gol del Chievo. E’ il 24esimo e Birsa pesca con grande intuito il compagno svelto ad infilare Strakosha alla sua sinistra. E’ l’ottavo gol di Pellissier alla Lazio: un cecchino implacabile nei confronti della squadra biancoceleste nonostante i suoi 39 anni suonati. L’uno a zero è meritato e la Lazio continua a sbandare nonostante il colpo di testa di Correa al 33esimo ed un tiro di Parolo al 35esimo. Poca cosa per una squadra che lotta per il quarto posto sfilato per l’occasione dal Milan dopo la vittoria a San Siro contro il Parma. La Lazio è imbarazzante per la poca lucidità mostrata, gli errori scolastici di Lulic e compagni alimentano il patema d’animo dei tifosi sugli spalti del Bentegodi. Il fischio di Maresca sembra una liberazione. Bisogna resettare e cambiare molte cose perchè un secondo tempo sulla falsa riga del primo diventerebbe un’agonia. Ci pensa Inzaghi che deve aver capito le difficoltà di un atteggiamento tattico decisamente insufficiente, ed allora via ai cambi e ad un nuovo modulo. Radu rimane negli spogliatoi anche a causa del cartellino rimediato nel primo tempo, al suo posto entra Patric, Lulic si abbassa sulla linea difensiva componendo così i quattro ma con il compito di fare tutta la fascia. In avanti Inzaghi manda in campo Caicedo e sposta sulla trequarti Correa. Con questo nuovo atteggiamento tattico cambia radicalmente la partita. La Lazio prende campo e s’impadronisce delle rispettive linee esterne. Ora il gioco si vede, la manovra è più fluida e più pericolosa. Dietro restano Wallace ed Acerbi a guardia di Strakosha. La Lazio attacca con più cervello, le occasioni importanti arrivano a ripetizione prima del gol di Immobile al 65esimo scaturito da una serie di scambi al limite dell’area con Correa protagonista pronto a smistare subito al Ciro il “Cecchino”. Di Carlo corre subito ai ripari vista la supremazia territoriale biancoceleste.  Entrano Dijorgevic e Kijine per Biersa e Obj, cambi però che non regalano nulla al Chievo perchè la Lazio continua ad attaccare con Immobile che al 75esimo centra anche il palo alla sinistra di Sorrentino. Al 79esimo ci prova Badelj senza fortuna. Il Chievo è alle corde, gli uomini di Di Carlo non sembrano averne più e lasciano così il fianco all’avversario che però non ne approfitta. L’assedio della Lazio non frutta, anzi è un contropiede del Chievo a metter tanta paura agli uomini di Inzaghi ed ai tifosi sugli spalti. La difesa salva con la solita difficoltà. E’ l’89esimo, la gara praticamente è finita anche se Maresca dà ben 6 minuti di recupero non sfruttati però dalle due squadre. Il fischio finale chiude una partita che in fondo non accontenta nessuno perchè il Chievo resta ultimo con soli 2 punti mentre la Lazio con il pareggio non aggancia nemmeno il Milan quarto da solo in classifica a 25 punti. Il match giocato in quel modo soprattutto nel primo tempo ed il 5° posto però potrebbero far cambiare idea ad Inzaghi su come mettere in campo la Lazio con un altro atteggiamento tattico. Intanto Lotito decide di mandare tutti in ritiro da martedì fino al match con la Sampdoria.

MAURO CEDRONE