ROMA – Troppo alta la posta in palio, soprattutto per la Lazio che porta con se il fardello delle due partite consecutive (Roma ed Eintracht) perse malamente e con 7 gol incassati. E allora dopo una settimana travagliata la Lazio scende in campo con le intenzioni di cancellare le brutte prestazioni precedenti. Anche la Fiorentina reduce dalla rotonda vittoria sull’Atalanta ha tutte le intenzioni di fare la partita e portare a casa un altro buon risultato, non foss’altro per rimane li su in classifica. Due volontà che inevitabilmente danno vita ad un a gara vibrante, coraggiosa, veloce e piuttosto cattiva. Pronti via e la Lazio parte a mille. Il ritmo è elevato, sale anche la bagarre e serpeggia un pò di veleno, soprattutto a centrocampo. In apertura, al secondo minuto c’è subito una grande occqsione della Lazio con Parolo che manda di poco fuori dopo un’incursione di Milinkovic. La risposta della Fiorentina arriva immediatamente con Veretout ma la difesa biancoceleste salva con difficoltà. C’è la sensazione che le emozioni non siano finite qui, soprattutto perchè la velocità è sostenuta e gli errori certo non mancano. E’ infatti la Lazio a farne con Wallace e Marusic. Al 29esimo c’è da registrare l’episodio più pericoloso della gara, il portiere della Fiorentina e Leiva vanno in contatto violento con quest’ultimo ad uscirne male (labbro spaccato e duro colpo alla testa). Orsato non ammonisce nessuno e non chiede nemmeno il Var. I fischi dell’intero stadio sono copiosi. C’è troppa cattiveria in campo e si vedono i primi cartellini gialli a Caicedo e Gerson. Pjaca è il terzo ammonito dopo aver atterrato Immobile. Al 36esimo arriva il gol della Lazio: corner di Leiva, colpo di testa di Milinkovic buono per l’intervento di Immobile sul secondo palo, pronto a sparare in porta un tracciante velenoso alle spalle del portiere viola. L’uno a zero biancoceleste costringe gli uomini di Pioli a spostare il baricentro in avanti, mentre la Lazio tiene botta e porta il parziale negli spogliatoi. Il secondo tempo è solo tatticismo, tanto possesso palla e molte sostituzioni, tre per parte. Per la Lazio entrano Luis Felipe, Correa e Berisha al posto di wallace, Caicedo ed Immobile. La Fiorentina cambia Benassi, Gerson e Pjaca per Fernandes, Eysseric e Sottil. Orsato calma gli animi e tira fuori un paio di cartellini gialli. La Lazio abbassa il suo baricentro per difendere e giocare di contropiede. Al 42esimo grande parata di Lafont su tiro secco di Correa che avrebbe meritato il gol. Leiva e compagni resistono stoicamente agli attacchi dei viola che si spengono inesorabilmente tra le mani di Stracosha o a fondo campo. La Lazio resiste, vuole i tre punti, Orsato concede 4 minuti di recupero, interminabili perchè la Fiorentina le tenta tutte pur di rimanere nei pressi dell’area biancoceleste che sembra un fortino inespugnabile. Il fischio finale libera la gioia ed i cori della curva. Vince la Lazio soffrendo ma i tre punti portano i biancocelesti al terzo posto scavalcando la Roma e cancellando la pseudocrisi. Ora la sosta sarà importante per riordinare le idee, recuperare qualcuno e godere la conquista della terza posizione in classifica dietro Juve e Napoli (in attesa dell’Inter) con buona pace di chi vedeva già scenari apocalittici all’interno ed all’esterno della squadra ed una classifica da retrocessione. Nulla di tutto questo, la Lazio è ben piazzata nelle zone alte della classifica ed ancora in piena corsa Europa League. La crisi è stata ricacciata indietro ma forse non c’è mai stata e da oggi è un altro campionato ma la curva nonostante la vittoria non ha perdonato Milinkovic e Luis Alberto per certi atteggiamenti di sufficienza:”Finti talenti a caccia di contanti” è lo striscione esposto dai tifosi.
MAURO CEDRONE
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