Radu, Parolo e Badelj sono i nomi “nuovi” che Inzaghi mette in campo contro il Sassuolo. De Zerbi risponde con un atteggiamento speculare e propone un 3/5/2 con Demiral sulle tracce di Imobile, Duncan A centrocampo e Matri in attacco. Pronti via ed è subito la Lazio ad imprimere velocità alla manovra costringendo il Sassuolo nella sua metà campo e nella sua area. Al quarto minuto la prima grande occasione della Lazio con un violento colpo di testa di Acerbi sventato da Consigli. Le premesse sono buone per gli uomini di Inzaghi. Al settimo minuto episodio controverso: cade in area Immobile “bloccato” da Demiral. Salgono le proteste ma Abisso della sezione di Palermo lascia colpevolmente correre.Le assenze di Milinkovic, Leiva e Correa si sentono tra le fila biancocelesti così come Magnanelli, Berardi e Babacar in quelle emiliane. I sostituti laziali alzano il ritmo ma peccano in i qualità.  Parolo rimedia anche un cartellino giallo. Al 40esimo l’occasione che può portare in vantaggio la Lazio che manovra ripetutamente nei pressi dell’area avversaria e la palla buona arriva a Luis Alberto che fionda in porta ma sfiora il palo alla destra di Consigli. Il possesso palla però non frutta, la Lazio arriva al limite dell’area avversaria ma sbatte sul muro nero verde. Il  Sassuolo va solo di contropiede ben controllato da Acerbi e Radu. Normale amministrazione per Strakosha. Sul fronte opposto Immobile le tenta tutte ma la difesa emiliana è chiusa a doppia mandata. Scocca il 45esimo e la Lazio rientra negli spogliatoi con la delusione di non aver sbloccato il risultato anche per merito della linea Maginot costruita da De Zerbi davanti al portiere Consigli. Il secondo tempo si apre con il solito caso clamoroso: Patric (il giocatore contestato a Ferrara) crossa in area di rigore del Sassuolo e Locatelli tocca il pallone con il braccio. Rigore netto ma discutibile perché la sfera sfiora prima il corpo del giocatore e poi il braccio dello stesso. Abisso concede il rigore con enormi proteste dei giocatori emiliani che accompagnano l’arbitro fino al Var. Abisso non deroga e conferma il rigore. Immobile-gol e festa sotto la curva nord. Festa  che purtroppo dura poco perché due minuti dopo il Sassuolo pareggia con Da Silva dopo una serie di scambi in area biancoceleste. L’uno a uno smorza gli entusiasmi . Inzaghi toglie Caicedo e manda in campo Correa per dare più vigore e spinta in avanti. De Zerbi risponde subito togliendo Locatelli ed inserendo Magnanelli. Esce anche Parolo ed entra Milinkovic che non è tra i diffidati. Al 24esimo una punizione dal limite non viene sfruttata a dovere da Correa. De Zerbi vuole possesso palla e toglie Matri per Berardi pronto a dare una sostanziosa mano anche a centrocampo. Inzaghi tenta la carta Keiva al posto di Badelj ammonito. Inizia l’assedio al fortino nero verde. Al 36esimo Milinkovic fa gridare al gol con perfido colpo di testa all’incrocio dei pali  letteralmente cacciato dalla porta da Consigli. . È’ il 43esimo e la doccia fredda arriva da Berardi che in contropiede mette la palla alle spalle di Strakosha. Secondo vero tiro del Sassuolo e go, del due  a uno. La beffa si materializza all’imbrunire ma all’Olimpico non è ancora buio pesto perché ci pensa Lulic ad alleviare le pene di tutti i tifosi biancocelesti con un colpo di testa con il pallone che s’insacca sotto la traversa. Il due a due e’ realizzato nei primi minuti di recupero. Il clou clamoroso della serata  però arriva praticamente allo scadere quando Immobile in area di rigore emiliana viene spinto: rigore? No, per l’arbitro Abisso si tratta di una leggera spinta evidentemente non sanzionabile nemmeno con la possibilità di dare un’occhiata al “malefico” Var. Meglio fischiare la fine è mandare tutti negli spogliatoi con la divisione della posta. Spogliatoi pieni di rabbia per aver perso un’altra occasione buona per agganciare di nuovo il quinto posto, buono per continuare a nutrire speranze di Champions. Il punto in due partite contro Spal e Sassuolo assume le sembianze di una mannaia che può tagliare tutte le ambizioni biancocelesti. Ambizioni che possono riemergere solo se  si va a fare risultato a Milano con il Milan e con l’Udinese nel match di recupero. Resta il rammarico perché alla luce del risultato dell’Olimpico la Lazio si è complicata la vita da sola e questo è il vero cruccio di tutti i tifosi biancocelesti anche oggi  in 40 mila  sugli spalti dello stadio romano. MAURO CEDRONE