È uno dei simboli della musica punk a cui si fa riferimento ancora oggi: tra musica e vita personale, il declino di Sid Vicious 

Sid Vicious è stato il cantante e il bassista dei “Sex Pistols”. La sua figura è ricordata come il simbolo del periodo punk inglese ma soprattutto come la rappresentazione dell’autodistruzione. Nato a Londra il 10 maggio 1957, Sid Vicious ebbe un’infanzia difficile: i genitori divorziarono quando era ancora piccolo e la madre faceva uso di sostanze stupefacenti. Il padre era un musicista semiprofessionista, suonava il trombone, perciò John Simon Ritchie (questo era il nome del musicista all’anagrafe), crebbe con la passione della musica. Da adolescente conobbe John Lydon con il quale poi si ritrovò nei “Sex Pistols”

La vera “discesa agli inferi” però arrivò quando Sid Vicious conobbe Nancy Spungen che lo iniziò all’uso di droghe pesanti come ad esempio eroina o cocaina. Ad ottobre del 1978 venne ritrovato il corpo senza vita della ragazza. Il cantante interrogato dalla polizia, non ricordava nulla a causa della droga assunta. Fu però accusato di omicidio e arrestato; uscì poco tempo dopo su cauzione. Il giovane artista era ormai al tracollo: consumato dal dolore per la perdita della compagna e per l’uso di droghe, tentò il suicidio ma trovò la morte l’anno dopo: il 2 febbraio 1979 per overdose. Sid Vicious nonostante abbia avuto una vita breve e molto tormentata ha lasciato il segno nel mondo musicale, incarnando gli stereotipi più tristi che hanno accomunato molte rock star e diventando il simbolo di una fase storica del punk. 

SARA ORLANDINI