Vedi Napoli e poi muori. Per umidità, specie se si costruisce un campo prefabbricato di fronte al mare. Il torneo più diffuso del circuito, diviso tra la città di Maradona e il suo hinterland, con dei campi da circoletto di periferia, vedrà domani l’ottava finale italiana da quando esiste l’ATP Tour. Da una parte il romano Berrettini, 16 al mondo alla disperata ricerca di punti per approdare alle ATP Finals di Torino (ma sarà molto difficile), dall’altra il toscano Musetti, 24, esploso quest’anno dopo la vittoria sul rosso di Amburgo contro l’attuale numero 1 Alcaraz. Se i due battagliassero su un campo veloce normale, a vedere le caratteristiche di entrambi, si potrebbe azzardare che Berrettini sia favorito, se non altro per i frigoriferi di servizio che manda dall’altra parte della rete, e per i dirittoni a pallettoni con cui ama chiudere il punto. Ma come qualità di tennis, Musetti è attualmente il numero 1 d’Italia, anche superiore a Sinner, e pure l’andamento del torneo sin qui svolto parla di un Berrettini in difficoltà con avversari modesti (Carballes Baena, Daniel e McDonald) e sul proprio servizio, a differenza di un Musetti spigliato, elegante e convincente al contempo, specie nella semifinale contro il serbo Kecmanovic, uno che in fatto di randellate da fondo non è inferiore a nessuno. Insomma, il pronostico è aperto ad ogni considerazione, poi sarà il campo (o il campetto, fate vobis) a parlare: la vittoria, oltre al prize money, darà il best ranking in carriera per Musetti (che diventerà 23) e il posto n. 14 in classifica per Berrettini. Comunque vada, per i due tennisti azzurri sarà un successo, per altri una liberazione.

Andrea Curti