A volte le sconfitte non fanno male, specie se nel punteggio e nel gioco si è dimostrato di poter essere (quasi) alla pari; nel match del “Gruppo Borg” che ha aperto la terza giornata, il romano Berrettini, numero 8 del mondo, ha lottato contro Sua Maestà Federer, 3 del mondo, ma è uscito battuto 7/6 6/3 in un’ora e 18 minuti di partita, dando filo da torcere al campione svizzero. Alla fine però nei punti che contano (vedi tie-break nella prima frazione e break in apertura di secondo set) Federer ha fatto valere la legge del più forte, del più esperto, del più freddo, ed ha portato a casa un match che Berrettini poteva per lo meno allungare alla terza frazione. In ogni caso conta il fatto che il tennista romano non ha fatto la figura dello spaesato come contro Djokovic due giorni fa, e come contro lo stesso Federer a Wimbledon lo scorso luglio, quando raccolse la miseria di cinque games in tre set; in quattro mesi i progressi tecnici e di classifica del tennista capitolino sono sotto gli occhi di tutti, e l’approdo al Masters ne è stata la conseguenza. Adesso manca la terza partita contro l’austriaco Thiem, inutile per l’azzurro ai fini del passaggio alle semifinali, ma la Davis è all’orizzonte, bisogna pensare a non infortunarsi e a risparmiare energie preziose. Perché la Nazionale vale assai di più.
Andrea Curti
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