E il cielo è sempre più azzurro! Dopo la sbornia di Fognini a Montecarlo, a distanza di sette giorni un altro tennista italiano si impone in un torneo ATP; è Matteo Berrettini dal Nuovo Salario, bravo a vincere in rimonta la finale del torneo di Budapest, non del prestigio di un Masters 1000 (come quello del Principato) ma pur sempre un torneo. Berrettini ha emulato il Cecchinato dello scorso anno e sul rosso magiaro, uno per uno, ha eliminato gli avversari che si contrapponevano al proprio cammino: nell’ultimo atto, il 23enne romano ha battuto in rimonta (4/6 6/3 6/1 lo score) il forte serbo Krajinovic, in un’ora e 41 minuti di gioco. Per Berrettini questa affermazione ha un sapore particolare perché significa confermarsi su una superficie, la terra rossa, che lo aveva visto trionfare lo scorso luglio a Gstaad in Svizzera (piuttosto a sorpresa contro quel “cagnaccio” di Bautista Agut), ma che per sue caratteristiche tecniche (gran servizio e botte di dritto) lo vedrebbero esprimersi meglio sulle superfici veloci. Comunque sia la vittoria di Budapest consegnerà al ragazzo capitolino la posizione numero 37 del ranking mondiale, ossia la sua miglior classifica in carriera. Peraltro era da più di 25 anni che un italiano di 23 anni non aveva in palmares due titoli ATP all’attivo, quindi dopo Cecchinato dello scorso anno, la capitale ungherese porta proprio bene al tennis italiano. Ora i tornei più grandi: Madrid, Roma, il Roland Garros. Obbiettivo avvicinarsi ai primi 20; essendo il protopito del giocatore moderno, Berrettini può ampiamente ambire al prestigioso traguardo.

Andrea Curti