Chi si “scandalizza” per la sparata a fine partita di Fognini contro il connazionale Caruso, non conosce il soggetto. Lingua lunga, a volte a sproposito (ricordate Wimbledon, quando se ne uscì dicendo “Maledetti inglesi, scoppiasse una bomba qua!”), anche stavolta il tennista ligure si è scusato via social, dando l’impressione che a caldo, con lui in campo, vincente o perdente, può succedere di tutto. E non è un bell’esempio. Fatto sta che il tennista ligure, dopo aver sconfitto l’esterrefatto siciliano Caruso, grande combattente senza i mezzi tecnici di Fognini, alla stretta di mano finale se l’è presa proprio con l’italiano accusando di aver avuto troppa fortuna. “Ne hai tirate quattro uguali di culo e non mi ha chiesto scusa. Non posso dire che hai culo?”, la tesi bizzarra di un Fognini in esagerata trance agonistica, che vuole fare il McEnroe della situazione pur avendo vinto nulla rispetto al Genio del tennis mondiale. Fatto sta che Caruso un po’ si è risentito, e ne ha ben donde, Fognini ha insistito con la tesi della fortuna e il siciliano ha chiuso la faccenda affermando “puoi dire quello che vuoi, ma da te non me l’aspetto”. Il tennis giocato ci dice invece che il Fogna ha lottato, è rimasto attaccato al match come una cozza allo scoglio, ha anche remato nei momenti in cui Caruso pareva avere il sopravvento, come nel super tie-break finale del quinto set quando si è trovato sotto 1-5. Una guerra di nervi insomma ma anche con un dispendio fisico non indifferente, quasi 4 ore di “garra”, 3 medical time-out (1 Fognini, 2 Caruso), 5 match-point (4 Fognini, 1 Caruso) prima della resa del siciliano al 26° punto. Un match quasi infinito, che è proseguito alla fine. Ma Fognini resta uno in gamba nei tie-break finali, ne ha vinti 23 su 37, il 62 e rotti per cento, una statistica non male. Caruso del resto ha fatto notevoli progressi, è stabile nei 70 del mondo, gioca bene in tutte le parti del campo pur non avendo un repertorio vastissimo, ma fa sempre il suo. E anche Fognini, 17, per batterlo ha dovuto tirare fuori il meglio di se (in campo) e il peggio (fuori). Ora però per il ligure si fa dura: tra lui e l’ottavo con Nadal c’è l’australiano De Minaur, uno molto rapido, bravo da fondo come in attacco, specialista dei terreni veloci. E Fognini parte sfavorito. Invece al terzo turno, per la prima volta in carriera, è approdato Berrettini, lesto ad approfittare dell’incontro più semplice sulla carta contro il qualificato ceco Machac, 199 del mondo; il romano ha ceduto un solo turno di battuta che, nel decimo gioco, gli è costato il terzo set. Per il resto impeccabile. Ora il russo Khachanov, 19 del mondo, con cui Berrettini vanta un incoraggiante 3-0 nei precedenti scontri diretti. Sarà comunque match duro tra due giocatori fotocopia, entrambi gran servizio e diritto. Invece dispiace l’eliminazione del piemontese Sonego, non tanto per il risultato negativo quanto per come è maturato: l’azzurro infatti era avanti due set a zero contro lo spagnolo Feliciano Lopez, 35 anni grande attaccante ma un po’ in ribasso, prima di cedere tre servizi, uno per set, fatali per l’incontro. Sonego ha ceduto il settimo gioco nel terzo set, l’undicesimo nel quarto e il quinto nell’ultimo set, senza mai riuscire a controbreakkare l’avversario che ha portato a casa una bella vittoria. E Sonego però ha accusato il colpo uscendo dal campo col sorriso. Altro stile, altra generazione.
Andrea Curti
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