Forse ha ragione McEnroe: Sinner deve avere più cattiveria in campo, non bastano potenza e fondamentali per puntare almeno alla top-five. In effetti contro Tsitsipas il ventenne italiano ha preso una bella lezione di tennis dal dio greco non entrando mai in partita, ma non per colpa sua, piuttosto per merito del suo avversario, indemoniato e determinato sino all’osso. Tre set secchi in meno di due ore di gioco per Tsitsipas che ha sfruttato sin da subito i ritardi sulla pallina dell’azzurro, come in apertura di match quando il greco lo ha breakkato al primo turno di servizio complice un diritto lungo un metro, tirato in maniera scomposta. Quel break sarà sufficiente al tennista greco per portare a casa in tranquillità il primo set. Non è che Sinner giochi male, è Tsitsipas che si muove leggiadro, che colpisce di controbalzo con efficacia disarmante. Oggi la miglior versione del dio greco, dato per mezzo infortunato e invece in splendida forma, atletica e tennistica. Tsitsipas fa tutto bene, da fondo e sotto rete, e vedendo la classifica è forse il giocatore attualmente più completo del circuito, quello che più si avvicina a Federer per intenderci. Anche il più cinico, perché alla prima occasione breakka di nuovo Sinner nel terzo game del secondo set. L’azzurro reagisce, gioca dei buoni game ma il divario è netto ed evidente, e la stecca di diritto di Sinner sull’ennesima accelerazione del greco sancisce un 6/4 spettacolare per Tsitsipas. Gli allunghi di Sinner, di fronte alla profondità e all’efficacia dei colpi del greco, non vanno quasi mai a buon fine: può davvero poco l’azzurro contro cotanta abbondanza tennistica. Tsitsipas implacabile non cede un punto, al contrario la resistenza di Sinner, che pare aver dato tutto nel secondo set, si affievolisce. Il diritto in corridoio dell’azzurro è l’ultimo punto che sancisce la sua sconfitta nell’ottavo gioco, che non fa male per la bravura del greco, ma che deve far pensare il ragazzo italiano del divario esistente ancor oggi tra lui e i primi cinque/sei giocatori del mondo. Il che in prospettiva resta confortante, per i venti anni e mezzo di Sinner. Sconfitta che non fa male neppure quella del doppio Fognini-Bolelli, bravi ad arrivare nei quarti di finale, che hanno raccolto cinque giochi contro la coppia testa serie n.2 Ram-Salisbury, vincitori degli Us Open 2021 e finalisti a Wimbledon sempre lo scorso anno. Forse un pizzico di rimpianto c’è nel primo set quando i nostri sono andati a servire sul 3-2 in loro favore ma il servizio non è il punto forte né di Bolelli né di Fognini così lo hanno ceduto subito, e addio sogni di gloria. Resta quindi in corsa solo Berrettini contro Nadal in programma venerdì ore italiane 4.30 del mattino. Una semifinale da leccarsi i baffi.

Andrea Curti