Debutto traumatico per Matteo Berrettini alle ATP Finals di Londra al quale il tennista romano si è qualificato da numero 8 del mondo, risultando il terzo italiano di tutti i tempi dopo Panatta e Barazzutti (quarantanni fa): contro il serbo Djokovic, l’azzurro ha raccolto appena tre giochi pagando lo scotto del debutto nel tennis dei grandi, un po’ quello che è accaduto a Wimbledon contro Federer. Quindi, da una parte il fattore emotivo, che pare aver bloccato il romano, falloso nel gioco e con poche idee di fronte allo strapotere avversario, dall’altra l’immensità del serbo, vincitore di cinque Masters (solo Federer ha più titoli) e pertanto a suo agio su campi e competizione di un certo livello, hanno fatto pendere l’ago della bilancia in favore del più esperto tennista ex numero 1 del mondo (ora sul trono siede Nadal). Contro Federer nella seconda partita del girone, Berrettini dovrà essere più sciolto per non fare la figura del bimbo ad una gita insieme agli adulti; resta la stagione incredibile dell’allievo di Santopadre, essendo il top 10 che ha guadagnato più posizioni rispetto all’anno scorso (46 per l’esattezza, da numero 54 a numero 8). Un mese fa nessuno avrebbe scommesso un euro sulla sua qualificazione, ora è realtà. Passare il turno pare davvero difficile, però tenersi in allenamento per la Davis di fine novembre fa sempre bene. Forse è quello il vero obiettivo del giovane Berrettini.

Andrea Curti