ROMA – Come al Roland Garros, con unico particolare che lì, sulla terra rossa parigina, era in ballo la semifinale, invece sul cemento pechinese (penultimo Masters 1000 della stagione) i quarti di finale: sarà insomma di nuovo Djokovic contro Cecchinato, e anche questa volta il merito di essersi issato sino al terzo turno, su una superficie meno congeniale al suo tennis, è del 25enne palermitano. Che ha eliminato avversari di poco indietro a lui in classifica (Simon è 31 e Chung 26) ma assai più adatti al cemento. Due match fotocopia in cui l’azzurro (speriamo presto di Davis, se lo merita davvero) ha sempre dovuto inseguire, cedendo la prima frazione, pareggiando il conto nella seconda e risorgendo nella terza, indietro di un break (nel primo turno, a Simon ha addirittura annullato un match point!). Contro il giovane coreano Chung il siciliano, dopo non esser riuscito a recuperare un break di svantaggio nella prima frazione, ha lottato su ogni quindici con una ferocia e una determinazione che altri si sognano. Così nel secondo set ha breakkato l’avversario al quarto gioco, si è portato avanti 4-1 e 5-2 ma si è fatto controbreakkare al nono gioco, il che ha permesso a Chung il riaggancio sul 5 pari. Si va al tie-break: il Ceck scappa 2-0, il coreano riprende 2 pari, altro mini-break dell’italiano (4-3 e servizio) e altro aggancio sul 4-4, ma al terzo mini-break (6-5) Cecchinato chiude il set per 7 punti a 5 e porta il giovane asiatico al terzo. Qui si compie il vero capolavoro dell’italiano, perché sotto 1-3 (con una flessione netta nel servizio e un penalty point inflittogli dall’arbitro) immediatamente controbreakka il coreano e lo aggancia sul 3 pari con autorità. Chung si salva nel settimo game e la battaglia dei servizi ha il suo naturale epilogo al dodicesimo gioco. Il tie-break finale è al cardiopalma perché il sudcoreano vola 4-1 ma Cecchinato (ecco la sua forza, il non mollare mai) infila cinque punti consecutivi che lo portano 6-4. Il primo match point gli viene annullato con un passante di rovescio incrociato ma sul secondo il colpo di Chung va fuori e, dopo due ore e trentotto minuti di lotta vera, Cecchinato può firmare l’ennesima impresa di questo incredibile 2018. Con questa vittoria il siciliano approderà nei primi 20 del mondo per la prima volta in carriera (il nono italiano di tutti i tempi, un Club esclusivo) ma fino a lunedì c’è tempo, ora negli ottavi Cecchinato incrocia la racchetta del serbo Djokovic, numero 3 del ranking mondiale e secondo favorito del seeding, già tre volte vincitore a Pechino (2012, 2013 e 2015): il match può rappresentare la rivincita (o la riperdita, speriamo noi) dei quarti di finale del Roland Garros dello scorso maggio quando il palermitano s’impose in quattro set. Certo, da dopo quella sconfitta, Djokovic è un altro avendo vinto Wimbledon, Cincinnati e Us Open), ma il Ceck è lo stesso lottatore di sempre, terra o cemento che sia.
Andrea Curti
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