Non capita tutti i giorni di vedere il numero 135 del mondo battere il numero 2, di solito poteva accadere in Coppa Davis, quella di una volta, con la vecchia formula, ed invece agli 80mi Internazionali d’Italia di tennis si è assistito alla debacle del tanto conclamato spagnolo Alcaraz per mano del Carneade ungherese Marozsan, un ragazzotto di 23 anni proveniente dalle qualificazioni (per la prima volta in carriera in un Masters 1000, lui che è assiduo frequentatore dei challenger) che lo ha ammazzato di palle corte e di vincenti di diritto e rovescio bimane.  Sembrava lui Alcaraz, scaltro e vincente, mentre l’altro, il vero Alcaraz all’anagrafe, impietrito, ha assistito alla terza sconfitta dell’anno (dopo la finale persa a Buenos Aires contro il britannico Norrie e la semifinale di Miami contro Sinner), di certo la più sonora, la più netta, considerando anche che lo spagnolo proveniva dal filotto di successi a Barcellona e Madrid (dodici vittorie consecutive sulla terra considerando anche il secondo turno di Roma contro il connazionale Ramos). Ma veniamo al match. Nella prima frazione il ragazzo di Budapest porta a casa quattro game a zero, compreso quello del break, ed un parziale di 10 punti ad 1 che stordirebbe anche un cavallo selvaggio come Alcaraz. E di fatti il set per il magiaro è la logica conseguenza, con lo schiaffo al volo di diritto a chiudere la prima frazione in suo favore. Nella seconda, Alcaraz fa fatica a mantenere la propria battuta mentre Marozsan si aggiudica a zero i primi due giochi; così si arriva alle prime tre palle break del set per l’ungherese ma Alcaraz respinge l’assalto. Capitola però lo spagnolo nel settimo game ma  reagisce subito portandosi 4 pari, difende ancora – lo spagnolo – il proprio servizio annullando una pericolosa palla del 4-5 e si arriva al tie-break. Alcaraz vola in scioltezza 4-1, sembra l’allungo definitivo. Ma de che! Marozsan infila, udite udite, sei punti consecutivi, lasciando spesso sul posto l’avversario, raggiunge gli ottavi di finale (quinta vittoria di fila, quali comprese) dove lo attende il croato Coric e soprattutto manda a casa uno dei favoriti del torneo, uno che, per accaparrarsi le simpatie del pubblico capitolino, aveva scritto l’altro giorno sulla telecamera “Forza Roma”.. Con merito lo spagnolo se ne torna agli allenamenti in vista di Parigi per quella che è la sua seconda sconfitta dell’anno, dopo la finale a Buenos Aires persa contro il britannico Norrie. Per quanto concerne il ragazzo ungherese, un’ora e quarantadue minuti di ottimo gioco: è nata una stella? In Ungheria attendono il Messia tennistico dai tempi di Taroczy, sebbene oggi Fucsovics sia un buon giocatore.

Andrea Curti