Tre lunghi anni lontano dalla maglia azzurra; l’urlo liberatorio a fine match è emblematico della voglia di vincere di Matteo Berrettini che, pur non giocando assai bene (anche il campo indoor più lento del previsto non lo ha aiutato), ha portato a casa il punto del 2-0, quello della sicurezza della vittoria in attesa del doppio. L’antagonista del romano, il croato Coric, stabilmente nei primi 30 giocatori del mondo dopo l’affermazione al 1000 di Cincinnati, era partito forte, con un break in apertura in suo favore che lo aveva proiettato sul 4-1. Ma Berrettini lentamente riprendeva il filo del suo gioco e controbreakkava il croato con un bel passante di diritto, croato che sprecava un set point al decimo game con un diritto in corridoio. Ma nel tie-break l’azzurro si scioglieva con errori banali che catapultavano avanti Coric fino a chiudere il set per 7 punti a 2. Di solito, quando una frazione è lunga e combattuta, uno dei due contendenti si scioglie in quella seguente. Stranamente Coric ha iniziato a sentire la pressione del risultato, come nel doppio fallo che ha dato il 2-0 a Berrettini. Il tennista romano, nonostante aver sciupato quattro palle del 4-0, ha tenuto il servizio sempre, anche soffrendo (annullata una palla del contro-break al settimo gioco), il che lo ha portato a pareggiare il conto dei set (6/2). L’andazzo del match però era ormai delineato. Coric falloso e nervoso, Berrettini calmo e attento, e allora il 6/1 ne è stata una logica conseguenza. “Era la prima volta che giocavo in Italia con la maglia azzurra” ha dichiarato l’azzurro a fine match, “oggi non era importante giocar bene ma metterci il cuore e io l’ho fatto”. Soprattutto era importante partire bene e Musetti, subentrato all’ultimo all’affaticato Sinner, è stato maestro in questo. Contro Gojo, che si trova 130 posti in classifica sopra il toscano ma è stato l’eroe croato della scorsa Davis, Musetti ha impressionato per la sicurezza che il ragazzo ha acquisito, forse a partire da quella storica e travolgente vittoria di Amburgo contro l’attuale numero 1 del mondo Alcaraz. Musetti ha breakkato il suo avversario al quinto gioco e si è salvato nell’ottavo da 15-30 prendendo la rete più spesso. Chiudere 6/4 poi la prima frazione è stato semplice, benché avesse avuto l’azzurro quattro set point nel game precedente. Il secondo set poi è ancora più semplice perché Musetti lo rende semplice: palle corte, pallonetti, passanti in corsa, volée vincenti. Musetti ha giocato sul velluto finendo per travolgere un Gojo confuso e annebbiato da cotanto tennis: 6/2 e palla al centro. Dopo ci ha pensato Berrettini.

Andrea Curti