Questa volta al doppio per fortuna non ci si arriva: l’Italia di Coppa Davis vince entrambi i singolari e centra la seconda finale consecutiva, grazie alla vittoria del romano Berrettini (schierato non a sorpresa al posto del toscano Musetti) e del solito implacabile Sinner. Per una volta tanto, il numero 1 del mondo è sceso in campo sull’1-0 Italia grazie ad un bel match di Berrettini, forse il migliore dell’anno per intensità e concentrazione. Infatti, dopo aver perso malamente il tie-break della prima frazione, in cui l’azzurro tra le tante occasioni, non ha capitalizzato due set point, Berrettini non si è perso d’animo e. nonostante il suo avversario, l’australiano Kokkinakis, svolgesse alla perfezione la stessa partita specchiandosi nelle identiche soluzioni tecniche (potenza da fondo campo e nel servizio), il tennista romano ha preso coraggio ed è salito di livello, prima annullando una pericolosa palla-break nel secondo gioco della seconda frazione, poi strappando il servizio all’australiano che di fatto gli ha permesso di pareggiare il conto dei set. Il capolavoro di Berrettini però avviene nella terza e decisiva partita, perché l’azzurro è sempre indietro nel punteggio ma non tentenna praticamente mai, andando a servire per salvare il match sul 4-5. Da lì in poi Kokkinakis subirà la furia del tennista romano che lascia all’avversario solo quattro punti in tre games e si aggiudica l’incontro dopo due ore e 46′ di tennis quasi ingiocabili. Eh già, 11 giochi sono finiti a zero e 9 a quindici, a testimonianza di come i due abbiano martellato specie sul proprio servizio. Il resto è la solita più o meno tranquilla passeggiata di salute dell’altoatesino Sinner contro il n.9 De Minaur, una sentenza già scritta, benchè l’australiano abbia fatto una bella partita ma ha racimolato solo sette games (non è l’unico: da sette partite consecutive gli avversari dell’azzurro non portano a casa più di 4 giochi a set). Il 6/3 6/4 di Sinner a De Minaur è il remake del primo incontro del Masters di Torino, stesso punteggio stessa sorte. E ora tra l’Italia e la seconda storica Coppa Davis c’è una squadra scorbutica come l’Olanda, già battuta dall’Italia in settembre a Bologna. Ma a Malaga sarà un’altra storia: i singolaristi Griekspoor (40 del mondo) e Van De Zandschulp (80) non sono fenomeni ma sono buoni giocatori; se il primo le prenderà da Sinner, il secondo è un giocatore strano, che gioca molto bene sul veloce, che sa attaccare e difendere, che aveva mollato in tarda primavera per una crisi depressiva salvo poi ripensarci e eliminare Alcaraz a New York, così en passant. Non battendo mai ciglio. Insomma, il mondo crolla e l’olandese è sempre lì con la stessa espressione di uno che contempla il Lago di Garda da una panchina di Sirmione, che vinca o che perda. Curioso e proprio per questo da prendere con le molle Non ha nulla da perdere Van De Zandschulp ma contro Berrettini ha uno 0-4 per l’italiano che convincerà Volandri a schierarlo di nuovo domani al posto di un Musetti ormai spettatore della contesa. Anche in questo caso sarebbe meglio evitare il doppio perché lo specialista olandese Koolhof, più che fortuna ha grande dimestichezza coi corridoi. Certo, convocare Bolelli e Vavassori e non farli mai giocare non è carino ma sembra che la linea Sinner-ovunque sia la più pubblicizzata.
Andrea Curti
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