L’Italtennis di Coppa Davis sprofonda in casa, nell’indoor di Bologna, contro i modestissimi canadesi Diallo e Galarneau, le seconde schiere, che hanno facilmente la meglio sulle riserve azzurre di lusso Musetti e Sonego. Chi la fa, l’aspetti: capitan Volandri, che ha accusato con (troppo) fair play la rinuncia di Sinner a questa tornata di Coppa Davis, ha schierato in singolare gli impresentabili Musetti e Sonego seguendo il suo criterio della mera classifica ATP piuttosto che concentrarsi sulle motivazioni e badare alla forma fisica dei suoi. Se quelli visti in campo era così inconsistenti, senza verve e con poca benzina nel motore, perché non schierare il gasatissimo Arnaldi, nel pieno della sua fisicità? Anche Fognini, visti gli avversari (ricordiamo che i canadesi Diallo e Galarneau sono rispettivamente numero 179 e 200 del mondo…), poteva far comodo, addirittura in singolare, se ciò a disposizione era così modesto. Ma Volandri, che di coraggio non ne ha, ha fatto di peggio, bruciando Arnaldi in doppio con Bolelli. Incredibile! Un oltraggio ai Capitani Coraggiosi con la C maiuscola del passato. E’ piuttosto grave soprattutto non capire che la Davis, nonostante il format ridicolo, può sovvertire i pronostici, non è il semplice torneuccio ATP ma si gioca per il proprio Paese. I canadesi hanno dato l’esempio in tal senso, una lezione durissima agli azzurri che può essere letale per il passaggio del turno; contro i cileni Jarry e Garin, prossimi avversari più quotati, è già sfida da dentro o fuori. In ogni caso Volandri andrebbe licenziato in tronco, non è assolutamente all’altezza, ha fallito anche quando aveva Berrettini e Sinner in squadra. A proposito dell’altoatesino, è così stanco che continua ad allenarsi nel suo eremo di Montecarlo…Una beffa nella beffa. Una tempesta equatoriale così devastante, per mentalità, la barchetta azzurra aveva il dovere di prevederla e invece la spavalderia e l’arroganza ha fatto il suo corso. Ora è tempo di cambiare. Altro che vincere la Davis, qui bisogna rifondare i quadri tecnici della Nazionale azzurra. Da capo a coda.

Andrea Curti