Senza il romano Berrettini e l’altoatesino Sinner, quella che era dipinta come la “cavalcata trionfale” verso la seconda Coppa Davis della storia azzurra (che manca in bacheca dal 1976!), è piuttosto ridimensionata. Per carità, diamo a Musetti quel che è di Musetti, cioè un progresso tecnico importante, una presa di coscienza e di forza iniziati dalla terra rossa di Amburgo, quando il ragazzo toscano sconfisse niente popò di meno che Sua Maestà Alcaraz, ma da qui ad ambire alla vittoria finale dell’Insalatiera ce ne passa. Capitan Volandri ha parlato (anche giustamente, per motivare i ragazzi) di stesse possibilità di successo, ma il torinese Sonego, che era in viaggio vacanza alle Maldive, è stato catapultato in Spagna per sostituire i colleghi più avanti in classifica. Daranno tutto Musetti e Sonego, su questo ci possiamo mettere la mano sul fuoco, ma chissà se basterà per eliminare gli Stati Uniti dei lanciatissimi Fritz e Tiafoe, alle loro miglior stagioni in carriera. Fritz, salito al numero 9 del mondo, ha un potenziale tecnico enorme, facilitato dal sui splendido e competo tennis su tutte le superfici, ma a volte ha perso partite stupide per non lottare, per non mostrare i denti in campo. Pare aver livellato questo gap umorale, e i risultati di questo 2022 lo dimostrano: vittoria sul cemento di Indian Wells su Nadal in finale, sull’erba di Eastbourne, quarti a Wimbledon e altro successo sul rapido di Tokyo. Anche Tiafoe, tanto inguardabile tecnicamente (per quella impugnatura a padella da far arrestare il colpevole) quanto efficace in termini di potenza del colpo, con la finale a Tokyo e all’Estoril, e la chicca della semifinale agli Us Open quasi vinta contro Alcaraz, ha scalato il ranking sino al numero 19. E il doppio? Magari potrebbe diventare decisivo sull’1-1, e qui Bolelli e Fognini potrebbero imbattersi in Sock e lo stesso Tiafoe, per intenderci gli stessi che presero a pallate Federer nell’ultima esibizione dello svizzero in carriera. Non lasciando quindi proprio un bel ricordo, nemmeno nella mente del campionissimo. Il doppio azzurro dovrà essere “cattivo”, mostrare gli artigli per uscirne vivi e possibilmente vincitori. Insomma, il match era difficile anche con Berrettini e Sinner singolaristi, lo è un po’ di più con Musetti e Sonego, ma non per colpa loro. Che Dio ce la mandi buona.

Andrea Curti