L’infortunio di Fognini non deve essere un alibi, capitan Volandri ha costruito in corsa l’ennesima coppia di doppio mai sperimentata sinora in Nazionale, ovvero Bolelli-Sinner, e gli è andata male, perché di fronte a due doppisti come Polasek e Zelenay (75 anni in due) non si vive di improvvisazione. Non si può vivere di improvvisazione. Così come non si può pensare di vincere un doppio contro due specialisti solo con passanti e risposte, giocando poco sotto rete e facendo poca pressione agli avversari. Quindi la Slovacchia è avanti 2-1, meritatamente. Il match è stato in equilibrio nelle prime battute. Bolelli è andato ai vantaggi al suo primo turno di servizio ma ha tenuto botta, poi le due palle-break per gli azzurri che avrebbero potuto proiettarli avanti nel punteggio. E invece Sinner rovina tutto: nella prima occasione si trova nella terra di nessuno e non sa se fare la volée ad una mano oppure se sparare il solito rovescio bimane, e ne esce un obbrobrio lungo un metro; nella seconda, sotterra la sua risposta sempre di rovescio. Così sono gli slovacchi, con un super Polasek, a prendersi il break sul servizio di Bolelli, ed è sempre Sinner a fare il pesce fuor d’acqua sotto rete sbagliando una non proibitiva volèe alta di diritto. Zelenay porta a casa il gioco del 5-2 a zero ma nel nono game, sul servizio di Polasek, gli azzurri potrebbero ancora rientrare in partita se solo capitalizzassero almeno una palla-break. Nella prima Polasek spara un ace imprendibile, nella seconda Zelenay esegue una volèe vincente su Sinner. Il 6/3 è la logica conseguenza di un set giocato “alla carlona” dagli azzurri, opposti ad una coppia più solida. Nella seconda frazione invece si volta pagina. Gli azzurri bucano in risposta gli slovacchi per tutti i 20 minuti della durata, dando addirittura sprazzi di spettacolo mentre gli avversari, annichiliti da cotanto vigore, si deprimono e nono sanno cosa fare. Così Sinner e Bolelli breakkano al secondo gioco gli slovacchi e se ne vanno indisturbati, con Sinner che spara siluri su Zelenay sotto rete e Bolelli che giggioneggia nei lungolinea. Gli azzurri lasciano solo due punti nei loro turni di servizio e complessivi sei in tutto il secondo set: 6/1 Italia e match riaperto. Nella terza e decisiva frazione però torna l’equilibrio. Gli azzurri, nel primo gioco e nel quinto sempre sul servizio di Zelenay, prima sono avanti 30-15 ma non trovano il guizzo per il break, e poi sul 30 pari sono sfortunati quando la goffa volèe a due mani di Polasek cade sulla riga. Ancora, nel settimo game, sul servizio di Polasek, gli azzurri sono ancora avanti 30-0 ma sbagliano le altre tre risposte e gli slovacchi ringraziano. Bolelli tiene a zero il servizio che vale il 4 pari, Zelenay con sicurezza porta la Slovacchia sul 5-4 e tocca a Sinner battere con la pressione addosso e col pubblico che tenta di innervosirlo. Ma lui continua a parare i suoi missili sul corpo degli avversari e con lo schiaffo al volo di diritto riporta il punteggio in parità sul 5 -5. Si arriva al tie-break decisivo forse per l’intero incontro di Coppa Davis. E qui i tennisti azzurri spariscono. Sinner sbaglia un rovescio indietreggiando, poi l’ennesimo passante dell’altoatesino fa 2 pari, ma è un fuoco di paglia perché é il punto del 4-2 Slovacchia che fa male, con quella volée alta di diritto sparata alla luna da Sinner e Polasek che nel secondo match point fiuta la crisi dell’azzurro sotto rete per far giocare solo lui, isolando lo specialista Bolelli. Dare la croce addosso a Sinner non ha senso, semplicemente non doveva esserci. Ci vuole programmazione nel doppio, lo scriviamo da tempo. Con molta amarezza. Andrea Curti
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