In Italia, dopo gli Internazionali d’Italia, per tradizione e importanza c’è soltanto il Palermo Ladies Open, torneo WTA 250, che dal 13 al 21 luglio prossimi, partirà sui campi del Country Time Club per la sua trentacinquesima edizione, ai nastri di partenza tutta una serie di giocatrici importanti, pronte a cimentarsi sulla terra rossa anche in vista delle Olimpiadi di Parigi che si disputeranno nel mitico impianto del Roland Garros. Quindi, per una volta tanto, l’esser passati dall’erba alla terra rossa per riprendere il ritmo dei rimbalzi “normali” di una pallina ha portato beneficio al torneo siciliano; di fatti la presenza della numero 8 del mondo, la defending champion cinese Qinwen Zheng, eletta giocatrice dell’anno dalla WTA, oltre all’affetto per la terra siciliana, la sua prima conquista in carriera, si può leggere proprio in ottica Olimpiade, sfuggita alla dea Li Na (quarta nel 2008), indimenticabile elegante giocatrice cinese in  grado di portare a casa due Slam (Roland Garros 2011 e Australian Open 2014) e l’iscrizione alla Hall of Fame del tennis mondiale. Arrivare lassù sarebbe un bel traguardo per la 21enne di Shiyan, finalista quest’anno a Melbourne; il processo di crescita tecnica della ragazza è partito proprio da Palermo, per cui batterla sarà dura. Ma la concorrenza è agguerrita. A partire dalla Signora Monfils, l’ucraina Svitolina, tornata a grandi livelli (è stata numero 3 del mondo nel 2017 e 2019) e pronta anche a mettere i fiori nei cannoni,  a lanciare segnali di pace, per fermare le stragi della guerra Russia-Ucraina. Anche per la piccola Skai che merita un mondo migliore. Come dimenticare poi la spagnola Badosa, tornata in casa Tsitsipas dopo una pausa di riflessione; “”so ragazzi” si dice, giovani e belli, ma inevitabilmente la sfera emotiva si riflette anche sulla crisi di gioco e di risultati. Comunque l’iberica ha sempre dalla sua una bella caparbietà, una costante ricerca della lotta agonistica, ed è difficile vederla mollare un match anche se sotto “di brutto”: E poi abbiamo la squadra azzurra di Billie Jean King Cup (ex Federation Cup ex Fed Cup, insomma la Davis femminile) quasi al completo, con la capitana Garbin che poi dovrà seguire la pattuglia a Parigi per le Olimpiadi. Così ci aspettiamo molto dalla marchigiana Cocciaretto, sperando che si sia ripresa bene dalla malattia virale che l’ha colpita prima di Wimbledon, in ogni caso capace al Roland Garros di centrare i suoi primi ottavi di finale. Pure la riminese Bronzetti, a Palermo, è chiamata a confermare la sua attitudine sul rosso, non ne parliamo poi per la bolognese Errani, che sulla terra ha costruito una carriera oltre le più rosee aspettative. Noi si aspetta fiduciosi l’arrivo all’ultimo istante della toscana Paolini, 7 del mondo e finalista lo scorso anno, per chiudere il cerchio della “famiglia azzurra” e preparare al gran completo la trasferta ai Campi Elisi. Perché poi ci sono pure i doppi da allenare, la Garbin lo sa, e proprio la coppia Paolini-Errani (onestamente più di Cocciaretto-Bronzetti) sente odore di medaglia, Per il momento annusiamo l’inebriante odore della Sicilia, di terra e di mare, che non è poco, anzi.

Andrea Curti