Lo avevamo detto, non tutte le sconfitte vengono per nuocere. Perdere contro Zverev al Roland Garros (peraltro una sconfitta più che onorevole) ci può stare ma è la maturazione mentale di Fognini a “far paura” agli avversari. La stessa che, da lunedì, porterà l’azzurro al numero 10 delle classifiche mondiali, il terzo italiano di tutti i tempi ad entrare nella top-ten dopo Panatta (4 nel 1976) e Barazzutti (7 nel 1978). Ha commentato il 32enne tennista ligure: “Raggiungere la top ten è un po’ il compimento di un sogno. Mi rivedo bambino sul campo da tennis con la racchetta più grande di me e penso: ‘Ne ha fatta di strada questo bambino’. In questo momento sono felice e il ringraziamento va alla mia famiglia, a mia moglie e mio figlio, agli amici e a tutte le persone che mi sono sempre state vicino. Lunedì sarà emozionante vedere il numero 10 accanto al mio nome. Questo è un piccolo grande tassello che si aggiunge ad altri e mi spinge a continuare a dare tutto me stesso per questo sport che amo”. Alla bravura di Fognini si è aggiunta anche un pizzico di fortuna, dovuta all’infortunio dello yankee Isner (che perderà 180 punti), alla sconfitta dell’argentino Del Potro contro il russo Khachanov e alla sconfitta dello svizzero Wawrinka nel derby rossocrociato contro Sua Maestà Federer. Una serie di incastri che ha permesso a Fognini di diventare un top-ten dal prossimo lunedì 10 giugno 2019. Con lui si congratulano anche i mostri sacri del tennis italiano. Dal suo profilo social Adriano Panatta ha commentato: “Per me è normale perché ho sempre pensato e detto che è un giocatore che tecnicamente è secondo forse solo a Federer. Tecnicamente significa che Fabio con la racchetta è capace di fare più cose degli altri, non che è più forte di Nadal, Djokovic, ecc. ci mancherebbe altro, loro sono dei campioni straordinari, però la sua mano è migliore“. Capitan Barazzutti, che spesso lo segue anche come coach: “Giusto così. Fabio strameritava di centrare questo traguardo. E ora non deve fermarsi qui perché può e deve fare ancora meglio. Cosa è cambiato? Dopo la vittoria a Monte Carlo ha preso consapevolezza di essere un giocatore che può ottenere grandi risultati, non solo qualche exploit ed è sempre più convinto della propria forza, delle sue qualità. Non che prima non lo sapesse, ma un Masters 1000 non lo aveva mai vinto in passato. E’ più forte caratterialmente, ora sa di poter vincere un grande torneo perché la qualità del suo tennis non si discute. Nei momenti in cui non tutto gira bene– aggiunge Corrado –Fabio è capace di vedere la parte positiva e non quella negativa come magari gli capitava in passato quando perdeva lucidità. Questo è un aspetto fondamentale perché ha la serenità di superare i momenti non buoni che durante una partita possono capitare. Ha finalmente la continuità necessaria per emergere, per raggiungere risultati importanti. Dopo Monte Carlo ha acquisito una dimensione positiva si sé stesso. Quando gioca come sa, non è secondo a nessuno, è tra i più forti del mondo. E questo non lo dico io, ma i suoi avversari”. E allora celebriamo questo traguardo, ma l’appetito vien mangiando…

Andrea Curti