Sara Errani of Italy    retune the ball during the women's singles second day match against  Tsvetana Pironkova of Bulgaria ahead of WTA Qatar total Open 2016 at the International Khalifa Tennis Complex Doha,Qatar February. 22, 2016. Sara Errani  won  2-1. (Xinhua/Nikku)

ROMA-Sara Errani è stata squalificata per due mesi dall’International Board del tennis femminile mondiale per doping a seguito della positività al letrozolo, assunto involontariamente “per contaminazione alimentare tra le mura domestiche”. Il poco periodo di inattività, cioè i due mesi di stop forzato (rientrerà nelle gare ai primi di ottobre), testimonia la buona fede della ragazza bolognese, le cui difese sono state prese un po’ da tutti gli addetti ai lavori, federazione in testa. Francamente la storia del tortellino contaminato accidentalmente da un medicinale dalla madre non può non far sorridere, ben più grave è la decisione dell’Itf di cancellarle i punti dal 13 febbraio al 7 giugno, che la farebbe precipitare la Errani oltre il 200° posto in classifica. Ma la ragazza farà appello,come ha dichiarato: “Siamo al lavoro con gli avvocati per scongiurare la perdita dei punti, e in ogni caso non ho perso la voglia di giocare a tennis. Dopo questo brutto periodo – ha continuato la bolognese – tornerò a lavorare ancora più duramente, iscrivendomi ai tornei che la classifica mi consentirà di affrontare. E non mi interesserà come verrò accolta dalle colleghe, le vere amiche si sono già fatte sentire”. Già, le amiche. Forse è un caso che, da quando si è sciolto il doppio delle meraviglie con l’inseparabile ex amica Roberta Vinci, lei, la Errani, in termini di risultati, di gioco, di voglia  e di preparazione atletica ha mostrato una preoccupante parabola discendente. Impresentabile nel servizio lo è sempre stata ma con Lozano (divorzio tecnico anche con l’ex giocatore spagnolo) riusciva a sopperire a tale mancanza grazie ad un gioco di gambe impeccabile, ad una profondità chirurgica nei colpi rara nel circuito femminile e ad una tenacia e combattività come poche, che però appunto non ha più messo in campo. Inspiegabilmente. Come se avesse raggiunto il massimo di quello che potesse fare. Forse è un caso che ciò è iniziato dalla separazione del doppio con la Vinci (bocche cucite per entrambe…). O forse no. La preoccupazione più grande è che non sia più in grado di gareggiare ad alti livelli, con o senza squalifica. Fermo restando, ovviamente, la buona fede. Il caso di doping non è un caso, non esiste. “Il tortellino killer” o “il tortellino maledetto”, come volete chiamarlo, assomiglia più ad un telefilm giallo della serie con Hercule Poirot o la Signora Fletcher che non una vicenda sportiva seria e veritiera. Semmai è un caso tecnico di non ritorno ad alti livelli. Ritrovare lo smalto deve essere la parola d’ordine per una ragazza che a 30 anni non può già aver mollato. Ai posteri l’ardua sentenza.

Andrea Curti