Nel week end pasquale torna la Fed Cup e l’Italia scende in campo a Mosca contro la Russia per non scivolare nella serie C del tennis mondiale femminile (tutti i match in diretta in chiaro su Supertennis canale 64 del digitale terrestre); si gioca sabato e domenica sulla terra rossa indoor della CSKA Arena della capitale russa. Restare nel World Group II della Fed Cup per le ragazze della Capitana Garbin è impresa davvero ardua; le azzurre, guidate dalla marchigiana Giorgi, 31 del mondo ma non in periodo di forma, stanno scontando un difficile ricambio generazionale dopo la scorpacciata di Fed Cup nell’era ormai lontana targata Schiavone, Pennetta, Vinci. Della vecchia guardia è rimasta solo la 31enne Sara Errani, sorretta da una proverbiale cocciutaggine che la sta lentamente spingendo verso una risalita in classifica (ora è 207 dopo il quarto di finale raggiunto a Bogotà) dopo il fermo forzato per le questioni presunte o meno di doping (galeotto fu il tortellino della mamma!). Dietro la Giorgi comunque le altre fanno gran fatica ad affacciarsi nel circuito internazionale; la mancina toscana Trevisan, 25 anni, è solo numero 146 e la 23enne Paolini 178, mentre altre, tipo la 22enne Chiesa n. 323 o la diciottenne Cocciaretto n. 688, stanno scomparendo dai radar. Il percorso di crescita è lungo per carità ma serve di certo più continuità di gioco. Fatto sta che le russe, capitanate da Igor Andreev, ci aspettano al varco: la talentuosa Daria Kasatkina (n. 22 della Wta) guida il plotone sovietico, affiancata dalla Pavlyuchenkova (34) e della Potapova (74), e le riserve Natalia Vikhlyantseva (113) e Vlada Koval (564) completano il quadro.
Complessivamente, leggendo i precedenti, sarà l’ottavo confronto (compresi quelli disputati contro l’Unione Sovietica) tra le due Nazioni ,con la Russia in vantaggio per 5-2. L’Italia, però, ha vinto due delle ultime tre sfide: la semifinale del 2009 disputata sulla terra rossa di Castellaneta Marina, e soprattutto la finale del 2013 giocata al Tc Cagliari, sempre sulla terra. Erano altri tempi però…

Andrea Curti