Nulla a che vedere con le finali di Wimbledon Navratilova-Evert o Graf-Sabatini o Graf-Novotna o Martinez-Navratilova; alla fine l’eroica Paolini, prima azzurra di sempre a spingersi così in alto a Londra, non ce l’ha fatta ad alzare il trofeo, che va in tre set  alla ceca Krejicikova, già vincitrice del Roland Garros 2021. Match giocato comunque sulla differenza di pochi punti, forse il servizio ha fatto la differenza. Nella prima frazione, la Paolini parte contratta, cede due volte la battuta mentre la ragazza ceca sembra una navigata giocatrice da erba, tra servizi vincenti, discese a rete in slice, volée di qualità e giuste scelte di gioco. Il 6/2 per la Krejicikova ne è la logica conseguenza. La Paolini fa pausa pipi e rientra dagli spogliatoi trasformata, così come la sua avversaria, in peggio però la ceca. Che sbaglia tutto o quasi mentre l’azzurra diventa padrona del campo quasi subito: break al secondo gioco, annullata palla del controbreak, alla ceca nel terzo game, due palle del 4-0 che non sfrutta mai il set, sempre per 6/2, si tinge di azzurro. La terza frazione, quella decisiva, vede le sue contendenti tenere la battuta con autorità: la Krejicikova addirittura concede un solo punto in tre turni di servizio. Così sul 3 pari la ceca riprendere ad incidere con le sue accelerazioni e la Paolini, in difficoltà da fondo, è in ritardo e concede punti alla sua avversaria. La paura di ricevere l’ennesimo colpo aggressivo dalla cede induce la Paolini a forzare la prima e la seconda; purtroppo ne esce un doppio fallo sanguinoso che dà il break alla Krejicikova. Allunga la ceca sul 5-3, Paolini tiene il nono game. E si gioca tutto sul servizio Krejicikova. Dove sembra di stare sulle montagne russe. La Krejicikova sbaglia tre volte consecutivamente e concede alla Paolini la prima delle due opportunità del 5 pari. Le annulla tutte con bravura, poi spara servizi sulla linea imprevedibili e cancella la Paolini. Brava a tenersi a galla ma sconfitta con amarezza.
Andrea Curti