Dopo il forfait di Sinner arriva anche quello di Berrettini in una stagione costellata da infortuni e quindi discontinuità di gioco; l’Italia, che a bocce ferme era considerata tra le papabili all’Insalatiera (che manca dal 1976), vede quindi ridimensionato e di molto il suo ruolo di squadra favorita alla vittoria finale. E in due, Sinner e Berrettini, fanno 11 infortuni (covid compreso) in un solo anno, se non è record poco ci manca. Capitan Volandri però non ha ritenuto necessario convocare il sostituto del tennista romano, pertanto saranno Mago Musetti e il polpo Sonego a tenere la barra dritta (speriamo), supportati dall’esperto doppio Bolelli-Fognini. Anche perché il primo ostacolo è già decisivo, quegli Stati Uniti d’America che tanto hanno visto crescere prosperosi negli ultimi mesi i loto figli prediletti, sia il talentuoso Fritz, da numero 23 a 9, sia l’inguardabile tecnicamente (ma assai efficace) Tiafoe da 38 a 19. Tuttavia, al di là del rendimento che le racchette azzurre sapranno offrire, è la versione quasi natalizia della Coppa Davis a convincere di meno; dai quarti di finale tutti insieme appassionatamente a Malaga, al chiuso, alla fine di una stagione massacrante per sforzo fisico e mentale, correlata ancora dal covid 19 e da altri contrattempi bellici di dubbio gusto sportivo. Questo spiega le numerose assenze non solo in campo amico ma anche in quello “nemico”, a partire dal baby numero 1 del mondo, lo spagnolo Alcaraz, tornato da mammà e papà per riprendere fiato e condizione.  Sarà insomma una Davis sotto tono, almeno per noi.

Andrea Curti