La mission “Madrid 2019” è partita con le convocazioni di Capitan Barazzutti per il primo turno di Coppa Davis (1-2 febbraio prossimi) India-Italia; a sorpresa, e per la contentezza degli avversari (che più volte nelle interviste avevano dichiarato di temerlo più degli altri), il ligure Fognini, 13 del mondo e 1 d’Italia, è stato “esentato” dal partecipare all’incontro. Dalla FIT si sono affrettati a sottolineare come “così come già concesso in passato a giocatrici dal lungo curriculum azzurro quali Silvia Farina, Francesca Schiavone, Flavia Pennetta e Roberta Vinci, la FIT ha autorizzato il capitano ad accettare la richiesta di non essere convocato avanzata da Fabio Fognini, il cui debutto in Coppa Davis risale al 2008“. Forse, visto il non trascendentale valore degli indiani, si è sicuri di vincere sull’erba di Calcutta dove, per festeggiarne il Centenario, ci si attacca alla cabala, visto che già in passato (era il marzo 1985) gli italiani capitanati da Adriano Panatta furono battuti a sorpresa. Barazzutti, dal canto suo, tolto Fognini, ha deciso di chiamare a rapporto Cecchinato (18 al mondo), Seppi (35), Berrettini (54), Fabbiano (102) e il doppista Bolelli (134 in singolare, 88 in doppio). Che poi sull’erba tanto doppista non è, avendo centrato il terzo turno a Wimbledon in singolare nel 2008, 2011 e 2014. Seppi è l’unico italiano, nella storia del circuito, ad aver vinto un torneo sull’erba (Eastbourne 2011, più due finali, sempre Eastbourne 2012 e Halle 2015); gli stessi campi di Eastbourne Cecchinato lo scorso magico anno centrò una semifinale insperata. Berrettini, quello che ha il servizio più potente di tutti, ha preso lo scalpo di Jack Sock (quando l’americano era 15 del mondo) al Wimbledon della passata stagione, mentre Fabbiano,  che pare il meno erbivoro per caratteristiche fisiche (è alto 172 cm), potenza e tipo di gioco (palleggiatore), vanta una finale nel 2017 al challenger di Nottingham (dove batté un certo acerbo Shapovalov) e un terzo turno a Wimbledon 2018 partendo dalle qualificazioni ed eliminando Wawrinka. Chi giocherà al posto di Fognini? “Molto dipenderà dal tipo di erba che troveremo a Calcutta“, ha dichiarato Barazzutti. Che li dovrà allenare bene per scegliere i due singolaristi (Seppi è l’unico sicuro appunto) e i doppisti (anzi, il doppista da schierare accanto a Bolelli). A guardare la classifica, gli indiani sembrano spacciati, ma la Davis (benché la nuova formula faccia sbiancare i puristi) riserva sempre sorprese al di là dei numeri. Così il capitano indiano Bhupati (che in termini di sorprese non è nuovo, batté sulla terra Sanguinetti a Genova in Coppa Davis) ha convocato i quasi impronunciabili Prajnesh Gunneswaran, Ramkumar Ramanathan, Saketh Myneni, Rohan Bopanna e Divij Sharan. Gunneswaran, numero 109, 29 anni di Chennai, ha disputato un discreto Australian Open, passando le qualificazioni e arenandosi al primo turno contro Tiafoe. L’anno scorso, sull’erba tedesca di Stoccarda, ha eliminato Shapovalov. Ramanathan, 24 anni di Chennai, è numero 131 (al massimo 111 lo scorso anno), e vanta la finale sull’erba di Newpor e i quarti a Nottingham, costruendo la sua classifica proprio sui prati verdi. Il 31enne Myneni, 256, ha giocato la passata stagione solo sul cemento raggiungendo discreti risultati a livello di challenger (finale a Bangalore, semifinale a Fergana). Il 32enne Sharan e il 38enne Bopanna formano una ottima coppia di doppio: hanno vinto il torneo di Pune ad inizio anno, poi nel 2018 hanno raggiunto i quarti di finale agli Us Open e al Roland Garros, semifinale a Montecarlo, Marsiglia e Sydney; ora sono 34 e 37 delle classifiche di doppio. Forse è questo il punto più difficile da portare a casa per gli azzurri. Certo, per il tennis indiano i tempi dei fratelli Amritraj o dei Krishnan è lontano anni luce ma a casa loro, dove conta il campo, la superficie per l’esattezza, le condizioni climatiche e (speriamo di no) le condizioni di salute, la trasferta non è mai semplice.

Andrea Curti