C’è un domani al Foro Italico ed è quello tra Sonego e Rublev, match valido per l’accesso alle semifinali (a cui un azzurro manca dal 2007 con Volandri, attuale cittì di Coppa Davis) nonché rivincita della finale di Vienna, vinta da russo ma che vide il piemontese battere il n.1 del mondo Djokovic. Nella nottata romana, durata quasi tre ore e mezza, si è consumata una delle gioie più belle per il nostro tennis: Sonego, 33 del mondo, ha battuto il n.4, l’austriaco Thiem, alla fine di una partita in sostanziale equilibrio sin dalle prime battute. Sonego potrebbe spezzare l’incantesimo al quinto gioco, ma il break è rimandato di due game. C’è anche il brivido della palla break annullata da Sonego sul 5-4 e servizio in suo favore; per fortuna l’azzurro c’è e alla prima possibilità, incamera il set 6/4. Il tennis del piemontese sale di livello, Thiem a volte pare sconcertato dalla forza di Sonego, quasi impotente. Così accade che il torinese prima salvi due palle del 3-1 per l’austriaco poi invece si trovi lui con due opportunità per andare a servire per il match. Qui Sonego commette un brutto errore in risposta di diritto e Thiem pareggia con un ace. Stesso cliché nell’undicesimo game ma a Sonego resta in mano sempre un pugno di mosche. Poi si inverte la rotta ed è Thiem ad avere tre set-point nel dodicesimo gioco, due consecutivi. Ma Sonego, tra volée coraggiose e attacchi anche sulla seconda, si salva per approdare al tie-break. Dove Thiem, con un terrificante frigorifero lungolinea di dritto si porta 3-1, poi 4-1, prima di subire la rimonta di un Sonego scatenato, incitato dal pubblico al 25% presente sugli spalti che si issa 4 pari con un facile smash. La partita vive di fiammate così l’agonismo del piemontese si contrappone all’orgoglio dell’austriaco. Che è pure fortunato perché becca una riga di fondo campo che lo porta a servire per per altri due set-point, l’ultimo dei quali si trasforma in set. Sono le 21.34 e dai microfoni, tra i fischi generali, il pubblico presente è cortesemente invitato a lasciare lo stadio causa coprifuoco dalle 22. Anche i due contendenti si fanno la borsa e, rigorosamente scortati, tornano negli spogliatoi in attesa che la gente sfolli. Quando il Centrale è di nuovo deserto, ecco rientrare i giocatori. E ricominciare. Primo game a zero per Sonego, poi break del torinese che manda fuori campo l’austriaco con un cross di dritto. Comincia il lento calo dell’azzurro che forse accusa la mancanza di pubblico, utile per caricarsi; sta di fatto che Thiem, anche grazie a qualche errore di Sonego, sale in cattedra e si aggiudica quattro giochi consecutivi. Ma il ragazzo di Torino non smette mai di crederci, rimane aggrappato al suo avversario, gli annulla l’unico match point contro con una volée alta di rovescio e, all’ultimo respiro, quando “o la va o la spacca”, lui spacca. Pallonetto (che induce Thiem all’errore) e di nuovo pari, 5-5. Anzi è 6-5, il sorpasso. Thiem, che parla spesso da solo, si tiene a galla grazie al servizio (due aces consecutivi) ed eccoci all’epilogo più crudele, il tie-break finale. L’azzurro scappa 2-0 (dritto in rete di Thiem) ma viene ripreso per un suo grossolano errore sottorete, poi arriva l’altro mini-break per un suo passante di dritto dopo la stop-volley di Thiem, e Sonego sale 5-3. Thiem non ha più nulla da perdere, sembra esausto, ma dal cilindro, da vero campione qual è, spara due terrificanti rovesci lungolinea consecutivi (il primo a 158 km/h, il secondo a 153)  che riportano le sorti sul 5-5. Sembra non finire mai questo incontro e invece la svolta arriva subito: Thiem sotto rete sbaglia (per stanchezza?) una facile volée di diritto e Sonego va a servire per il match. Kick esterno di Sonego e l’austriaco lancia la risposta in corridoio: è la gioia grande, “è una vittoria che dedico al pubblico che mi ha incitato e caricato nei primi due set“, ha detto a caldo Sonego, aggiungendo che “sono rimasto l’unico italiano in gara e farò di tutto per tenere alta la mia bandiera”. Già, l’unico perché a Berrettini non è riuscita l’impresa di superare il dio greco Tsitsipas in un match caratterizzato dai servizi. Soprattutto nella prima frazione quando se ne sono contati otto finiti a zero (cinque per Berrettini e tre per Tsitsipas) ed uno solo è finito ai vantaggi, il quarto, sul servizio del greco. Ma all’improvviso in casa azzurra la luce si è spenta sul più bello, cioè nel tie-break, dove il tennista romano ha conquistato un solo punto, quello del 2-0, prima di perderne cinque consecutivi e cedere il set all’avversario. Che Berrettini alla battuta non fosse in grande giornata lo si è visto anche nella seconda frazione: in apertura subito tre palle-break per Tsitsipas, ma alla terza del terzo game, cioè alla sesta complessiva, Berrettini capitola: sì, potrebbe rientrare se solo capitalizzasse una delle due opportunità nel quarto game, ma il greco non concede sbavature, sale 3-1, 4-2, breakka l’azzurro anche nel settimo game e “addio core”, la sconfitta è servita.

Andrea Curti