Quando si assiste ad un match di Marco Cecchinato, non si può mai stare tranquilli, non si sa mai quando ci si alza dagli spalti, anche se è avanti 5-0 o sotto 5-0. Contro lo yankee Mc Donald, numero 55 del mondo, giocatore da veloce che anticipa tutto e il contrario di tutto, e che infatti sul cemento australiano aveva liquidato il palermitano senza particolari difficoltà, il tennista azzurro ha condotto una partita impeccabile sino al 6/3 2-0 in suo favore, e nulla lasciava presagire che il match potesse in un certo senso girare. E invece il gioco horribilis di Cecchinato, il quarto della seconda frazione sul suo servizio, dà vigore ad uno spento Mc Donald che infila un parziale di 8 punti a 2 ribaltando la situazione. E’ il morale a fare la differenza, con lo statunitense ritornato in partita e il siciliano in affanno. Infatti, al decimo game, si materializza tutto lo scibile umano in materia di tennis: Cecchinato si trova sotto 15-40, cioè due set point per l’avversario (che peraltro ha il doppio dei suoi polpacci), ma è nel momento peggiore che il “Ceck” trova la forza mentale ed agonistica per reagire. Così, spinto anche dal pubblico della Pallacorda, il tennista palermitano tira fuori tutta la grinta, forse la stessa che lo ha fatto risalire dal numero 206 all’attuale 83, e non solo annulla con coraggio le palle del set all’americano, ma lo maltratta in termini di personalità in campo, rifilandogli un parziale di sette punti a uno che gli consegna la chiave del successo. Ora al secondo turno c’è il 35enne spagnolo Bautista Agut, che è sempre numero 25 del mondo ma in flessione rispetto ad almeno un paio d’anni fa; gli scontri diretti dicono 2-0 per l’iberico ma il pronostico resta apertissimo.

Andrea Curti