Non è il punteggio che conta, è il giocare bene i punti importanti a fare la differenza tra un campione e un buon giocatore. Un po’ questo è accaduto oggi al Foro Italico tra il greco Tsitsipas, nell’Olimpo del tennis nonostante la giovane età (23 anni), e l’altoatesino Sinner, addirittura ventenne, numero 13, che attraversa una fase di cambiamento, tecnico, tattico e fisico. C’è stata partita per il primo set, in cui Sinner ha dovuto sempre rincorrere l’avversario, lesto quest’ultimo ad approfittare subito delle occasioni che il match gli presentava. Come al secondo gioco quando il greco ha breakkato Sinner alla prima opportunità ed ha capitalizzato il 3-0 nel game più lungo dell’incontro (otto vantaggi, tre palle del contro break per Sinner dalla durata di quasi un quarto d’ora!). Avrebbe addirittura la palla del 4-0 il dio greco ma Sinner è un tipo coriaceo e così non solo la annulla ma addirittura strappa il servizio all’ellenico per riprendersi la parità (3-3). Il match è avvincente, con Tsitsipas che varia il gioco scendendo spesso a rete (anche col serve and volley) mentre Sinner usa i suoi fondamentali come siluri per affondare la corazzata greca. Tsitsipas potrebbe anche scappare di nuovo sul 5-3 ma il coriaceo Sinner non ci sta proprio e trascina l’avversario al tie-break. Tutto liscio fino al settimo punto quando Sinner cede un servizio per poi però riprenderselo subito. Il mini-break decisivo si ha all’undicesimo punto con Tsitsipas che va a servire con il primo set-point a disposizione e centra l’obiettivo dopo un’ora e mezza sotto il sole cocente dei tropici romani. Il braccio di ferro continua nei primi giochi della seconda frazione fino a quando l’inguine sinistro fa i capricci, così dopo le vesciche Sinner accusa un altro fastidio che non gli permette di battagliare al 100% contro Tsitsipas. Così l’azzurro alla lunga cede, facendo comunque sudare la vittoria al suo avversario. Cosa ci rimane di questa partita? I primi quarti a Roma di Sinner, e su questo non ci piove. Poi, l’altoatesino ha battuto per giungere ai quarti tre avversari buoni ma non fenomenali, né tantomeno di classifica superiore, e questo è un altro dato di fatto. Terzo: di fronte ad un giocatore che varia molto, Sinner appare un po’ disorientato, non avendo (ancora?) le soluzioni tattiche da contrapporre. Forse perché non ha la predisposizione tecnica. Però il pubblico si è divertito, ha tifato, ha sperato. Ma poi si è reso conto della superiorità del greco, reduce dal trionfo di Montecarlo e dalla semifinale di Madrid.

Andrea Curti