Super Travaglia aspetta Berrettini. Sinner, “mostro” mentale a 18 anni, distrugge Tsitsipas. Cecchinato e Caruso ko, domani tocca a Fognini, Sonego e Musetti.

 

In questo strano 2020 tutto può accadere, anche che (senza l’incoraggiamento del pubblico) i tennisti italiani al Foro Italico facciano faville. Intanto, senza scomodare Adriano Panatta e il magnifico 1976, è dai tempi di Volandri 2007 che un azzurro non arriva in alto (semifinale) nel tabellone principale. Ne avremo uno sicuro nei quarti di finale, visto che è in programma l’inedito derby Berrettini-Travaglia, con il primo (favorito) che nell’esordio nel torneo ha faticato solo nel primo set per venire a capo del qualificato argentino Coria, numero 104 contro l’8 del tennista romano. Dell’ascolano Travaglia invece si parla poco e forse si sbaglia perché i suoi progressi in termini di tenuta fisica e di qualità del suo tennis, sono sotto l’occhio di tutti e sono degni della massima considerazione. Travaglia, allenato da quel Vagnozzi che ha portato Cecchinato al numero 16 del mondo, è un buon incontrista, aggressivo e con fondamentali di tutto rispetto, e soprattutto sa leggere bene il match, qualità non comune nel circuito. Così è accaduto che il nostro, numero 84 del mondo (ma salirà dopo questo torneo), lottando coi denti ha preso lo scalpo di due buoni giocatori come lo yankee Fritz, 28 del mondo, talento tecnico col difetto di non essere proprio un fighter, e il croato Coric, 26, in ripresa dopo un periodo di appannamento. Travaglia non ha perso neppure un set in entrambi gli incontri e nel match contro il croato, ha recuperato da 2-4 nel secondo set. “Contro Coric ho giocato peggio rispetto alla partita con Friz”, ha dichiarato l’ascolano, “non avevo sensazioni positive anche perché i campi sono diversi, uno è più veloce, un altro più lento. Comunque mi sono adattato e ho cercato una tattica per mettere in difficoltà Coric. Se ho vinto significa che ci sono riuscito!”. Poi sul derby con Berrettini: “Ho vinto tre volte su tre con lui ma a livello futures, anni fa (l’ultimo nel 2016, ndr), oggi siamo giocatori e uomini diversi. Intanto è bello avere tennisti italiani avanti a Roma, per il resto giocherò per vincere, come sempre d’altronde“. Certo, come sono lontani i tempi di quel maledetto incidente domestico al braccio (era il 2011) e dell’infortunio alla caviglia che potevano tarpare le ali alla carriera del pedalatore ascolano, oggi giustamente sorridente e soddisfatto. Così come Jannik Sinner, il ragazzino terribile dallo sguardo di ghiaccio vestito tutto di nero sotto un sole africano, che ha battuto il greco Tsitsipas, 6 del mondo, dopo una partita caratterizzata dai pacchiani errori del greco, dai bei vincenti dell’altoatesino e dal braccetto che lo stesso Sinner ha mostrato quando è andato a servire per il match sul 5-4 nel secondo parziale (un diritto in rete, un doppio fallo e un rovescio lungo). Anche nel tie-break perso, Sinner ha sciupato due match-point (altri due errori suoi non forzati) ma di lui ha impressionato la forza mentale con cui ha resettato tutto ad inizio di terzo set, ed ha ricominciato a macinare gioco e avversario, non dando scampo al suo avversario. Che non era uno qualsiasi, benché oggi non abbia dimostrato la sua attuale classifica. E anche il prossimo contendente è un bel test per l’altoatesino: il bulgaro Dimitrov, attuale 22 (ma è stato 3 al mondo nel 2017), uno che Insomma, Barazzutti cittì di Davis (e coach di Fognini, non c’è conflitto di interessi?) avrà il suo da fare per scegliere la squadra di Coppa Davis, dato che gli azzurri in classifica crescono e si moltiplicano come funghi. E sono giovani, a parte Seppi e il suo protetto Fognini. Comunque anche agli sconfitti odierni va dato l’onore delle armi. Caruso ha costretto Djokovic a giocare un gran tennis, senza cui non avrebbe potuto vincere così seccamente. Il tennista di Avola non ha avuto timore reverenziale di fronte al numero 1 del mondo ma la differenza è troppa. Anche Cecchinato ha giocato benino un set, il primo, sciupando la palla del contro-break nel settimo game della prima frazione, ma poi il serbo Krajinovic, in periodo di gran forma, ha preso il largo, aiutato dai troppi errori non forzati del Ceck e dalla sua stanchezza fisica. D’altronde era forse un anno che il palermitano non vinceva quattro partite di seguito! Però si sta ritrovando, a piccoli passi, tanto non c’è fretta. L’importante è rivederlo a certi livelli. Speriamo anche che Fognini, attuale 13, torni quello pre-covid; sarà difficile, vuoi perché la doppia operazione alle caviglie non è così semplice da smaltire, vuoi perché il suo avversario di turno di domani è il francese Humbert, ragazzetto 22enne talentuoso, n.42 del mondo che, come recita la scuola francese, gioca bene su tutte le superfici, è preparato atleticamente e tecnicamente, pur non essendo un fenomeno. Anche per il piemontese Sonego, 47, c’è un osso duro da rosicchiare, il 21enne norvegese Ruud, cresciuto molto nell’ultima stagione tanto da arrivare al n. 34 mentre l’altro diciottenne terribile, il carrarese Musetti, 249, dopo aver vinto contro Wawrinka il primo match in carriera in un torneo ATP (Master 1000), attende un’altra vecchia volpe del circuito, il nipponico Nishikori, ora 35 ma è stato 4 circa cinque anni fa, guarito dal contagio da Sars Covid 2. Il magic moment al Foro Italico del tennis italiano è sancito anche da una notizia che proviene dal doppio maschile: Vavassori e Sonego sono approdati ai quarti di finale di specialità avendo sconfitto la coppia serba Lajovic – Cacic. Il vero miracolo era stato fatto nel primo turno quando i due avevano eliminato la coppia numero 2 del tabellone, Ram e Salisbury. Avere una coppia in più per la Davis, oltre a Fognini-Bolelli, è sempre confortante.

Andrea Curti